In commissione anti 'ndrangheta audite tutte le categorie imprenditoriali
Soddisfatto il presidente De Caprio: «Tracciare la strada per preservare l'imprenditoria sana, quella che lotta con coraggio ogni giorno»
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REGGIO CALABRIA - Ascoltare, dialogare, recepire le istanze, provenienti dal mondo dell’imprenditoria calabrese. Questo il senso della seduta odierna della commissione anti ‘Ndrangheta, nell’ambito della quale sono stati auditi i referenti regionali delle associazioni di categoria sul fenomeno criminale in Calabria, anche in considerazione di quanto emerso dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia.
Alla seduta, presieduta dal presidente della Commissione Antonio De Carpio erano presenti Domenico Vecchio di Unindustria, Giuseppe Politano di Confcommercio,Gianni Laganà per la Confederazione nazionale agricoltura, Emilio Catalano di Casartigiani, Angelo Politi per Confagricoltura e Franco Aceto di Coldiretti.
Tra le tematiche affrontate, la mancanza di liquidità delle imprese, il welfare alternativo da parte della ‘Ndrangheta, sburocratizzazione, fiducia nelle aziende, accesso al credito, semplificazione per le imprese.
Il presidente della Commissione, Antonio De Caprio, ha voluto evidenziare come sia necessario «tracciare la strada per preservare l’imprenditoria sana, quella che lotta, con coraggio, ogni giorno. Per contrastare il malaffare - ha aggiunto - bisogna sostenere chi opera per la crescita e lo sviluppo della Calabria. La seduta - ha affermato ancora De Caprio – è stata l’esempio del pragmatismo che si deve instaurare tra istituzioni e mondo imprenditoriale».
«L’obiettivo – ha continuato il presidente dell’antimafia regionale – è quello di valorizzare le eccellenze calabresi, lottando contro le contraffazioni, e creare le condizioni per stipulare un patto istituzionale, teso a sostenere azioni concrete che riguardino la politica e il tessuto socio economico calabrese. La Calabria onesta che lavora e produce – conclude Antonio De Caprio – merita tutto l’appoggio e il sostegno delle istituzioni».