Spirlì snobba l'ospedale di Trebisacce, l'ira di Italia del Meridione
Renne (coordinatore Amendolara): «Non ha avuto la sensibilità di mettere al primo posto la sua presenza sul territorio dell'alto jonio»
AMENDOLARA - Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, snobba l'alto Jonio e le sue gravi questione sanitarie. Questo, almeno, sentendo il coordinatore cittadino di Italia del Meridione e componente della direzione provinciale del partito, Andrea Renne. Che se la prende con il più alto in grado nel palazzo della Regione dopo aver disatteso la sua promessa di una visita nel territorio che vive da anni la "depressione" di una sanità inesistente.
«Per l'ennesima volta - scrive Renne - ci ritroviamo qui, a dover denunciare il lassismo politico che coinvolge la sanità (quel poco che ne rimane) dell'alto Jonio Cosentino».
Il coordinatore civico di IdM ricostruisce i fatti. «Ho dato il via alla battaglia per la conquista del diritto alla sanità - si legge nella nota - una battaglia potrei dire tutta personale, anni fa, in veste di semplice cittadino. Ho organizzato manifestazioni davanti l'ospedale di Trebisacce; ho cercato di sensibilizzare circa il tema delle condizioni del "Chidichimo" organizzando eventi in paesi limitrofi, come Amendolara e Roseto (alcuni dei territori maggiormente interessati a questo "lassez faire" politico). Solo di recente - precisa - alcune mie iniziative hanno avuto risalto, finalmente, anche giornalistico».
«Capii ben presto però - aggiunge - sulla mia pelle, che era necessario fare di più. Era necessario davvero arrivare ai piani alti, arrivare "alla stanza dei bottoni", se si voleva davvero cambiare il destino della sanità di questi splendido territorio. Ho sposato quindi il progetto di Idm perché attento alle istanze dei territori e perché ha sempre fatto battaglie in difesa dei territori e delle esigenze delle comunità».
Forte di avere in mano il partito che fa capo a Orlandino Greco, allora, Andrea Renne che fa? Strappa una promessa di una visita a Spirlì. «Lo ammetto - precisa Renne - ero felice! Finalmente le cose avrebbero potuto prendere la giusta piega. Finalmente potevo considerarmi il trait-d'union tra le legittime istanze dei cittadini e i piani alti della politica. Invece mi ritrovo qui, appunto, per scrivere sconfortato di come questa promessa sia stata disattesa. Devo registrare con rammarico e delusione che il presidente Antonino Spirlì, almeno fino ad ora, non ha avuto la sensibilità di mettere al primo posto la sua presenza sul territorio di Trebisacce e dell'alto jonio rispetto a un un tema così importante come quello della sanità».
Insomma, il facente funzioni di palazzo Jole Santelli ha trovato il tempo di andare a Cariati (dove si vive anche una situazione drammatica sul piano dei servizi sanitari e ospedalieri) e non di farsi un giro a Trebisacce dove ha sede l'altro ospedale oggetto di soppressione per effetto del Piano di rientro.
«Concludo qui il mio intervento - va avanti ancora Renne - aggiungendo solo che la speranza, come si suol dire, é l'ultima a morire. Io, noi tutti, siamo ancora qui. Sono ancora in attesa di una risposta dal pesidente. Leggevo, anni fa, di un aforisma che diceva:" un passo indietro? Solo per prendere la rincorsa". Questo calza a pennello per la situazione appena raccontata. Siamo stati ricacciati indietro, ma non si pensi di averci resi innocui. Siamo qui, indietro, solo per prendere la rincorsa e tornare più determinati di prima ad urlare:"ridateci il nostro ospedale!"»