"Affaire" illuminazione pubblica, Promenzio sarcastico contro Stasi: «Grazie!»
Il capogruppo di Civico Popolare non aspettava altro: «La sentenza del Consiglio di Stato dovrebbe far arrossire. E consigliare a questo sindaco di andarsene»
CORIGLIANO-ROSSANO - Gongola il capogruppo di Civico Popolare Gino Promenzio per la figuraccia rimediata dall'Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano dopo la sentenza del Consiglio di Stato sull'affaire della pubblica illuminazione (leggi anche Illuminazione pubblica, sulla vicenda Spezzano il Consiglio di Stato respinge il ricorso del comune di Corigliano-Rossano). Si sfrega le mani un sussurrato (nemmeno più di tanto) "Te l'avevo detto".
«Era Il 26 gennaio dello scorso anno - ricorda Promenzio - quando avvertivamo che, così gestita, la “faccenda” si sarebbe rivelata una spada di Damocle per le tasche dei nostri concittadini, ottenendo dal sindaco Stasi, capo di un’amministrazione che ha ormai inesorabilmente intrapreso il suo declino, la solita dose di arroganza politica, puntualmente smontata alla prova dei fatti». Il «politicamente sprovveduto» primo cittadino aveva detto di «essere più che sicuro delle procedure adottate dagli Uffici nella sospensione del servizio alla ditta».
Oggi la sentenza del Consiglio di Stato, che pone la pietra tombale sulla questione dando torto alle scelte partorite dagli uffici e avallate da sindaco e amministrazione comunale. «E i cittadini - precisa il consigliere comunale di opposizione - pagheranno». «Per ora le spese processuali. Più in avanti, con ogni probabilità, calcolando gli interessi moratorii da pagare alla ditta saranno centinaia di migliaia di euro».
Quello che preoccupa Promenzio, però, è la perseveranza del sindaco Stasi. «Il 4 febbraio - scrive - ci sarebbe stata l’udienza oggi arrivata a sentenza…e loro cosa fanno? Affidano diciotto giorni prima a due ditte, le mansioni già previste nel capitolato Spezzano! Un vero capolavoro. Solo pochi giorni prima di una sentenza che avrebbe (come purtroppo è successo stamattina) dare ragione all’azienda quo ante. Ora, queste ditte, chi dovrà pagarle?»
E aggiunge facendo una chiosa al veleno: «In realtà, il sistema giudiziario italiano sembra non comprendere le lezioni stasiane sui poteri dei vari organismi. Già al Tar Calabria il sindaco di questa sfortunata città, aveva spiegato, sulla questione apertura scuole, quali erano i compiti e i limiti del tribunale amministrativo. Ma loro (i giudici) lo hanno (a Stasi) bastonato ugualmente e sonoramente». Ieri il Tar, oggi i giudici del Consiglio di Stato che «si sono "permessi" di arrecare fastidio alla grandiosa azione amministrativa di Corigliano-Rossano. Una sentenza - conclude Promenzio - che a leggerla, dovrebbe far arrossire. E consigliare a questo sindaco di andarsene».