"Serissima assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni. E' questa la prima, vera chiave di volta in ordine al miglioramento della sanità calabrese". Il ministro alla sanità Beatrice Lorenzin ha le idee chiare circa le responsabilità in capo all'andamento claudicante del sistema sanitario regionale. E durante l'incontro svoltosi questa mattina a Rossano sul Futuro della Sanità in Calabria e nello Jonio Cosentino, non ha di certo peli sulla lingua. "A me non interessa nulla della giacca politica dei presidenti di regione con cui intrattengo un rapporto meramente istituzionale, aiutandoli a fare del loro meglio per la sanità pubblica italiana. Ma quando ho dovuto bastonare ho bastonato. Lo faccio anche oggi dicendo che il problema principale della sanità italiana è il rapporto perverso fra politica e management. Per questo ho scritto una legge che prevede l'istituzione dell'ordine dei manager, ossia dei direttori generali della sanità". "Non ci sono dubbi - ha poi continuato il Ministro - che la gestione commissariale in Calabria debba proseguire. Ne parleremo con il presidente Gentiloni e con il ministro Padoan, questa è una decisione a tre.
LORENZIN: MI STA A CUORE UNA GESTIONE MANAGERIALE, COMMISSARIALE E REGIONALE IN ARMONIA
E quello che mi sta a cuore è che ci sia una gestione manageriale, commissariale e della presidenza della Regione in armonia e dove si lavori per raggiungere gli obiettivi. Che sono diversi e ostici, e ce lo dicono i numeri, purtroppo non positivi né dal punto di vista economico né da quello dei Lea. E su quest'ultimo fattore, devo dire, ha pesato il fatto che i manager sanitari non abbiano caricato i dati, quindi ci troviamo di fronte a una vera e propria discrepanza. Ne discuteremo in Consiglio dei ministri, soprattutto per garantire adeguati livelli di assistenza ai cittadini calabresi. Che meritano una sanità di serie A. E come ho sempre detto non è neanche così tanto difficile, considerando che la situazione calabrese, rispetto ad altre situazioni dell’Italia, non ha una situazione di attorcigliamento funzionale o sovrastrutturale. Certo qui mancano le strutture, ma se proprio dovessimo stilare un bilancio c'è anche da dire che da quando sono diventata Ministro dei passi in avanti sono stati fatti. Ricordo che in Calabria non c’era un piano ospedaliero, non c’era una situazione trasparente relativamente al flusso dei dati e alla Calabria erano dedicate pagine e pagine come canaglia della sanità italiana. Oggi, invece, la Calabria ha un piano regionale, ha una rete ospedaliera e un turn over sbloccato per circa 2mila fra medici e infermieri".
GENTILE: NECESSARIA COSTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PER INDIVIDUARE LE RESPONSABILITA'
"La situazione nello Jonio è talmente grave che effettivamente un ministro della sanità doveva prenderne coscienza personalmente". A dichiararlo durante il convegno introdotto e coordinato dal coordinatore nazionale de Il Coraggio di Cambiare Giuseppe Graziano è il Sottosegretario allo sviluppo economico Antonio Gentile. "Quella in cui ci troviamo è una zona abbandonata, delle occasioni mancate, in cui non vi è stata l'attenzione dovuta da parte delle istituzioni. Certo è stato grande l'impegno dei sindaci, la cui opera però si è scontrata frontalmente e irrimediabilmente contro le pastoie burocratiche. In questo contesto, un inutile e dannoso rinvio (quello dei lavori per la realizzazione del Nuovo Ospedale della Sibaritide), si è accompagnato alla chiusura di due presidi (Cariati e Trebisacce) e al funzionamento arrancante di altri due (Rossano e Corigliano). Per individuare le responsabilità, abbiamo chiesto la necessaria costituzione di una commissione d'inchiesta; che individui anche la natura di questi ritardi, addebitabili non solo all'interdittiva antimafia, ma anche alla scarsa volontà politica di affrontare i problemi alla radice. Il rispetto non risiede nel venire in campagna elettorale a chiedere voti. E' vero, le responsabilità stanno in capo al commissario che lavora quasi a senso unico; ma molto dipende anche dalla Regione. Che deve avere la forza di cambiare i manager sanitari, trovando le adeguate risorse e il personale. È ora di farsi ascoltare. La Calabria non può continuare a essere vittima di una diatriba che dura da oltre tre anni; con bracci di ferro che vanno al di là dei poteri costitutivi in ordine alle istituzioni regionali. Una mano dura riporti il percorso nel giusto sentiero. [gallery link="file" columns="4" ids="60635,60636,60637,60625,60655,60659,60660"]