Opere nell'Opera, nella cittadella ospedaliera di Insiti sorgerà anche una chiesa votata alla speranza
Nel cantiere del nuovo ospedale di Insiti prendono forma spazi innovativi, tra cui uno spazio liturgico (non una cappella) concepita come luogo sobrio, moderno e monumentale. Ecco le immagini

CORIGLIANO-ROSSANO - Nel complesso cantiere del nuovo e atteso Ospedale della Sibaritide, stanno prendendo forma anche le cosiddette opere nell'opera, luoghi e spazi vitali che contribuiranno a rendere lo spazio ospedaliero che sta sorgendo a Insiti, una vera e propria cittadella sanitaria in un concept che fino ad oggi è rimasto sconosciuto alle latitudini calabresi.
Il costruendo nosocomio di Corigliano-Rossano, una volta completato, infatti, somiglierà molto, in aspetto e declinazioni, alle strutture sanitarie che operano nel centro-nord Italia e in Europa. Anzi, per certi versi - considerato che sarà il primo presidio del Paese a nascere sotto le nuove e stringenti direttive del Piano sanitario nazionale post pandemico - sarà anche più innovativo.
Di fatto, lo scrivevamo già nei mesi scorsi, presentando il contenuto della nuova variante di progetto, sarà un ospedale come da noi non lo abbiamo mai visto dove all'interno, oltre ad ambulatori, reparti e degenze canoniche di un ospedale troveranno spazio anche altri luoghi di aggregazione: biblioteche, negozi, bar, addirittura una mensa/ristorante aperta ai visitatori e anche una chiesa vera e propria, con un suo concetto e uno stile architettonico studiato per «celebrare un luogo non più di sofferenza ma di speranza». Almeno questo quanto si legge nelle relazioni progettuali.
La chiesa, progettata dallo studio Arch&Tech sotto la guida esperta di Domenico Petrone, project manager della società concessionaria D'Agostino costruzioni, è un ambiente pensato non solo per la preghiera e il raccoglimento, ma come un vero e proprio spazio di «cura dell'anima» per pazienti, familiari e personale sanitario.
La genesi di questo progetto affonda le radici in una profonda riflessione sul ruolo della fede nei momenti di sofferenza, ispirata dalle parole di San Giovanni Paolo II: "La fede è l’ancora che sostiene il nostro spirito nei momenti di sofferenza, e la speranza e la luce che guida ogni cuore verso la guarigione". Partendo da questo principio, chi ha disegnato questi spazi ha concepito una chiesa che si pone come un ponte tra la tradizione e l'innovazione, un dialogo armonioso tra elementi architettonici classici e un linguaggio contemporaneo essenziale e sobrio.
Alcuni rendering che vi mostriamo in esclusiva svelano un ambiente accogliente e luminoso, dove «la disposizione degli spazi converge naturalmente verso l'altare, fulcro della liturgia. Le panche in legno, materiale caldo e naturale, invitano all'intimità e al conforto. La luce, elemento chiave del progetto, filtra delicatamente da superfici traslucide, creando un'atmosfera di quiete e raccoglimento, in sintonia con la natura introspettiva del luogo».
Nenache la scelta dei materiali è casuale: «il legno simboleggia accoglienza e umanità, la pietra evoca stabilità e durata della fede, mentre il vetro rappresenta la luce divina e l'apertura verso il trascendente. Questa sinfonia materica contribuisce a creare un ambiente che infonde calma e speranza».
Un dettaglio di forte impatto simbolico è rappresentato da una «lama di luce artificiale» che, in precisi momenti della giornata, «attraversa diagonalmente la cappella, culminando nel disegno di una croce luminosa sopra l'altare. Questo segno sacro, pensato per catturare lo sguardo anche del più distratto, sottolinea la centralità dell'Eucaristia e si trasforma in un'icona visiva potente».
Le forme pulite e minimali dell'architettura moderna non oscurano, ma anzi valorizzano i riferimenti liturgici tradizionali, rendendoli accessibili a tutti. La chiesa si configura così come un punto di incontro tra il sacro e il quotidiano, tra la necessità di curare il corpo e il bisogno di nutrire lo spirito.
La sua presenza discreta ma significativa all'interno dell'ospedale testimonia la volontà di offrire non solo assistenza sanitaria all'avanguardia, ma anche un luogo di conforto, speranza e contemplazione. Un «luogo per l'anima», come lo definiscono i progettisti, dove estetica, funzione e significato si fondono per rispondere ai bisogni spirituali e umani in un contesto segnato dalla sofferenza e dalla speranza.
Insomma, la futura chiesa del nuovo Ospedale della Sibaritide si preannuncia come un'oasi di bellezza e serenità, un silenzioso ma potente messaggio di pace, accoglienza e rinnovamento, ricordando a tutti l'importanza fondamentale della cura dell'anima, accanto a quella del corpo.