La Calabria è la Regione italiana più virtuosa della penisola visti i minor casi attivi sulla popolazione totale: 3894 a fronte di 1,947 milioni di abitanti.
Gli ospedalizzati sono 223, ovvero uno scarso 5%. Il 95% dei positivi sono asintomatici oppure presentano dei lievi sintomi che si possono curare a domicilio senza bisogno di alcun ricovero. Secondo il Governo tedesco la Calabria è l’unica regione italiana a non essere a rischio, cioè se da Catanzaro mi spostassi a Dortmund sarei l’unico italiano a non dover rispettare alcuna quarantena.
Se ciò non bastasse siamo la zona con la più bassa percentuale di positivi su tamponi effettuati (il 9% rispetto al 16% del dato nazionale).
Le terapie intensive sono al di sotto della soglia di allarme del 30%. Questi numeri sono abbastanza limpidi per rendere chiara l’idea di una scelta scriteriata e paranoica di un Governo che sta giocando sulla pelle dei cittadini.
Un governo “di meridionali”, come sottolinea il Movimento 24 Agosto, il quale dimostra “l’ennesima manifestazione di servilismo che si concretizza in una manovra devastante per il Sud così come sembrerebbe un azzardo dilettantesco affermare che le restrizioni e allentamenti su base territoriale dipendono dal coefficiente di rischio come risultato del monitoraggio di 21 parametri oggettivi”. In questa situazione grottesca non c’entra solo la Calabria, non è colpa solo dei politici calabresi
. La Regione è commissariata da 10 anni da uno Stato che ha tagliato l’impossibile, demolendo intere aree con il solito ritornello che il pubblico è solo una zona d’ombra di ruberie e vergogne.
L’ex Asl numero 3 di Rossano aveva al suo interno delle eccellenze, dalla Chirurgia a Rossano all’ostetricia a Cariati. Dato che la realtà si analizza con i dati - e non da fantomatici 21 parametri razzisti e capestri -, dal 2011 al 2018 le richieste della commissione europea agli stati membri per tagliare o privatizzare la sanità sono stati 63.
Nel 1980 vi erano 922 posti letto (la Germania 800 e la Francia 500) per malati acuti ogni 100.000 abitanti mentre a marzo ne avevamo 275. Che piaccio o no i calabresi hanno il diritto di conferire alla politica la gestione della propria sanità, soprattutto in un periodo di pandemia. Lo Stato ha occupato una Regione basandosi su dati che non hanno un riscontro scientifico, in cui regna l’ipocondria incontrollata, dove si ci fa gioco di una situazione istituzionale fragile dopo il vuoto di potere creatosi con la scomparsa della Presidente Jole Santelli e, infine, sfruttando una mentalità che fa amare certe catene, portando i più giovani a condividere stupidi meme su Facebook e Instagram invece di dotarsi di un sistema di pensiero critico e indipendente. Ieri sera si è assistito ad uno degli spettacoli più lugubri della nostra esistenza come territorio e senso di appartenenza. I calabresi sono stati trattati da barbari dopo essersi eretti ad esempio nazionale ed europeo di abnegazione civile e rispetto dei dettami calati dall’alto. È il tempo del coraggio e della dignità, è l’ennesima occasione in cui si può giungere alla consapevolezza che l’errore è dentro di noi e non al di fuori dei nostri confini.
Siamo noi la Regione con i numeri più alti di astensione alle ultime tornate elettorali. Credendo che tutti siano uguali e premiando chi non ha competenze - ma giovane età anagrafica e spiccati sentimenti antipolitici - ci siamo fatti chiudere in casa con doppia mandata e con tanti cari saluti.
Se si accetta questa antologia distorta della realtà e se peroriamo il disimpegno civile c’è il rischio che questo racconto diventi storia. Non ce lo meritiamo. di Josef Platarota