E ora… tutti in crociera!!!
La rinuncia di Baker Hughes apre nuovi scenari: diventeremo l’hub crocieristico più importante del Mediterraneo… anzi no: qui mancano le rotte, manca una piattaforma logistica, mancano servizi, manca la destinazione
L'erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re! E spesso chi troppa vuole nulla stringe. Al netto delle frasi fatte la rinuncia di Baker Hughes al suo investimento a bordo banchina nel Porto di Corigliano-Rossano, sancisce un momento importante, forse determinante, nel quadro degli obiettivi futuri di questo territorio. Di fatto, abbiamo rinunciato ad un investimento che – qualora fosse stato messo a terra – avrebbe potuto generare – come ha ricordato anche stamattina il presidente di Confindustria Cosenza, Giovan Battista Perciaccante – un effetto a catena rigenerante per l’economia della Sibaritide.
Il fatto è che a queste latitudini si continua a parlare sempre in futuribile e mai del concreto presente. Ora che gli americani colonialisti non ci saranno più che ne faremo di quella bella e immensa struttura? Beh, potremmo andare sempre in crociera… ma forse con un biglietto di sola andata. Perché se, a detta di qualcuno, di prospettive concrete BH non ne avrebbe date, comunque è stato fatto di tutto per osteggiare un progetto che tutto era tranne che a scatola chiusa. È stato osteggiato per fare leva su qualcos’altro. Tante cose. Su tutte il turismo.
Si continua a rimuginare sulla realizzazione della banchina crocieristica che si deve realizzare perché prevista e soprattutto perché sono stati destinati dei soldi per farla. E va bene. Ci sta. Poi, però, bisogna attivare lo strumento della programmazione e della visione in quanto un nuovo ponte lungo 300 metri in mezzo al porto non servirà a ribaltare quella che è oggi la cultura del turismo in questo territorio. Innanzitutto, se si vuole vivere di turismo e agricoltura, bisogna iniziare a ragionare sui grandi numeri. Pensare di “svoltare” l’economia di quest’area della Calabria pensando di far arrivare una nave da crociera a settimana non servirà a un bel nulla. Il problema di fondo, però, è capire ed essere consapevoli del fatto che qui – per come siamo messi oggi – non arriverà una nave a settimana, ma nemmeno una nave al mese e forse nemmeno una nave all’anno. Corigliano-Rossano, la Sibaritide non sono appetibili per il mercato crocieristico e tutti gli scali nel porto che si sono registrati negli anni (a proposito, Crotone in un anno ha bissato il numero di attracchi che ha fatto Co-Ro in 17 anni) sono avvenuti solo ed esclusivamente grazie all’impegno di tour operator del territorio che hanno contrattato direttamente con le compagnie crocieristiche.
Il porto di Corigliano non è una meta cruise. Non lo è mai stata e né mai lo sarà se, per esempio, non offriamo alle compagnie da crociera una piattaforma logistica (a bordo banchina), se non offriamo servizi (ad esempio una mega stazione di rifornimento per gas liquido è quello che cercano oggi le più grandi società crocieristiche!) e, come dicevo, non abbiamo nemmeno una destinazione strutturata.
Però vogliamo la banchina crocieristica che – alla fine – è l’unica cosa che, di fondo, non ci serve. Dal momento che Banchina 1 sarebbe quella più prossima al centro storico di Schiavonea mentre la (sempre) futuribile banchina crocieristica sarebbe ad un kilometro dall’accesso del porto. Poi, mettetevi nei panni di un turista che arriva nel porto di Corigliano-Rossano, scende e vuole muoversi in autonomia (il 70% dei crocieristi fa così). Potete immaginare i disagi? Abbiamo un’area retroportuale non urbanizzata, senza una hospitality, con una strada senza marciapiedi e probabilmente nemmeno illuminata. “Eh ma i lavori li deve fare l’Autorità portuale, la Regione o il Comune”. Eh certo… poi. Vedremo, diremo, faremo. Com’è d’uso e consuetudine in questo territorio dove continuiamo a vivere di sogni e speranze e dove – purtroppo – i ricchi continueranno a diventare sempre più ricchi e i poveri… sempre più poveri.