L’autonomia differenziata di Corigliano-Rossano
Il processo di unificazione delle due realtà deve essere solidificato. Sul fronte della campagna elettorale la commistione tra fusionisti e anti-fusionisti genera caos e perplessità nella cittadinanza. Serve chiarezza
La fusione di Corigliano-Rossano non è ancora completata. Se proprio vogliamo dirla tutta, siamo ancora ai nastri di partenza. E oggi stare nel torbido, nelle acque mischiate non è bello né rispettoso del libero pensiero degli elettori. Sia chiaro, il problema non sono le idee né le posizioni di chi si professa anti-fusionista o, al contrario, fautore della fusione (che c’è ed è stata fatta con il volere popolare). Tutt’altro.
È, però, concreto il rischio che si creino commistioni e confusioni, in una campagna elettorale che - su idee, programmi e prospettive - di confusione tra i cittadini ne sta già generando abbastanza (e siamo solo all’inizio).
Ci aspettiamo, quindi, dai candidati a sindaco di capire qual è per loro il valore di questa grande città fusa che oggi vive, di fatto, una sorta di propria autonomia differenziata con parti di città che vivono distinti e distanti. Che potrebbe essere comprensibile e tollerata se si trattasse dello scotto da pagare in un momento di transizione e organizzazione, ma diventa intollerabile se la si vuole trasformare in metodo di governo: il centro istituzionale/direzionale della città non può stare un po’ di qua e un po’ di là. Non è ammesso. Diversamente dai servizi al cittadino che, invece, dovrebbero essere spalmati in modo più capillare ed equo su tutto il territorio.
Ecco, su questo c’è poca chiarezza. Anzi, non ce n’è propria. Perché sulle due sponde del Cino si continuano a sentire discorsi e (immancabili) promesse elettorali differenti, spesso contraddittorie, a seconda delle circostanze.
Allora, l’enigma, che a Stasi quanto alla Straface e chi altri, eventualmente, si candiderà a sindaco chiediamo di chiarire, è sulla direzione verso la quale stiamo andando. Atteso che – e questo non può essere dimenticato - rimane "pendente" una proposta di legge popolare per il ritorno alle due municipalità (ritenuta inammissibile dal Consiglio regionale nel novembre 2023 ma ancora forte di una convinzione ideologica che la sostiene).
Le coalizioni in campo che indirizzo hanno a riguardo? C’è qualcuno che sosterrebbe istituzionalmente la proposta di scissione? Sì, no… bisogna dirlo ora.
Senza lasciare nel limbo nessuno.
È indubbio che quanti, in questi anni, si sono battuti tra banchetti e raccolte firme affinché la scissione tra Corigliano e Rossano intraprendesse un iter giuridico/legislativo, abbiano ora una connotazione elettorale. Quale? Ma soprattutto - è bene ribadirlo - sarebbe un gesto di estrema chiarezza e onestà politica dire cristallinamente se ci sarà un candidato sindaco disposto a portare nella pancia del proprio programma elettorale la proposta di ritorno allo status quo ante fusione. Perché nessuno domani dovrà avere dubbi sul da farsi e l'elettore dovrà essere messo nelle condizioni di avere una consapevolezza a riguardo di una questione dirimente, anzi focale. Quale migliore occasione di questa campagna elettorale per essere chiari e perorare le proprie idee.
Dai candidati a sindaco vogliamo sapere chi è per proseguire il processo di fusione e chi, invece, nutre anche il minimo dubbio: chi si candida a diventare o essere riconfermata classe di governo, da che parte sta? Possibilmente con risposte secche e concise, senza gli slalom del politichese.