I cento anni di Francesco Granata
Francesco Granata venerdì scorso ha raggiunto uno dei più grandi traguardi che un uomo possa raggiungere: i 100 anni di età. Festeggiato da parenti e amici prima con una celebrazione eucaristica presso la Chiesa di San Bernardino, nel centro storico della sua Rossano. Subito dopo con un incontro presso la sala rossa di Palazzo San Bernardino. Poi i festeggiamenti con gli invitati. Una vita portata avanti con grande dignità e con l’aiuto della Fede in Cristo. nonno Francesco Granata è nato il 25 novembre 1916 a Longobucco. Nel settembre del 1937 è partito per il servizio di leva. Erano gli anni del Fascismo, in Italia. Anni di autoritarismi e totalitarismi vari. La vita, a quei tempi, non era affatto facile. Anni di guerre varie. Gli anni tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Poi richiamato il 1° maggio del 1940 perché l’Italia era in guerra alleata della Germania nazista. Da lì una lunga serie di peripezie legata alla prigionia di guerra, dopo l’armistizio. “Sono stato 28 giorni senza mangiare e bere - ha ricordato ai tanti presenti in sala nonno Francesco -, camminando da una parte all’altra del continente africano”. Dall’Egitto alla Libia. Da qui al Sudafrica. Per poi essere imbarcato per più di un mese su una nave diretta in Inghilterra. Sempre con status di prigioniero di guerra. Ma in Inghilterra “fummo trattati meglio”, ha raccontato. Una frase, ha ripetuto comunque più volte: “Io la guerra non la auguro a nessuno. Non la augurerei neppure al mio peggior nemico. Di fame non ho visto morire nessuno. Ma per causa della guerra si. Tante, troppe persone. Per questo motivo dico no a qualsiasi forma di guerra”. Presente il Sindaco Mascaro e l’assessore Flotta, che hanno salutato con affetto, in nome della città, Francesco Granata. Esempio per i giovani. Il preside Gennaro Mercogliano ha letto un messaggio molto commovente. Lui, nonno Francesco, con accanto la moglie Elena, i figli Bina e Tonino, i nove nipoti e la pronipote, si è anche emozionato. Una vita di lavoro e onestà. Il segreto di questo grande traguardo raggiunto? “La Fede in Dio”, ha detto. Lui che per anni ha lavorato anche presso l'oratorio dei Padri Giuseppini di Rossano, di Fede ne ha avuta davvero tanta. Gli anni della guerra, soprattutto. Ma anche le gioie più belle. Come i nipoti, i figli. Ricorda tutto con una lucidità estrema. Che dire... Auguri di cuore, nonno Francesco!