La Giunta Mascaro . Il
clima politico che vive la città non è dei migliori. L’esecutivo Mascaro è travolto da una bufera mediatica della cui fondatezza non si ha ancora certezza. C’è chi parla di “macchina del fango”, chi invece parla di verità o di parziali certezze. Il dato oggettivo è che a fronte di determinate esternazioni è calato il silenzio. Tutto va avanti come se nulla fosse. Eppure le accuse coinvolgono soggetti di primo piano e sono piuttosto pesanti. Si ripiomba in quel clima di veleni instaurato nella settimana antecedente il turno elettorale che ha poi sancito la vittoria del sindaco attuale
Stefano Mascaro. La manina è la stessa, ma questa volta cambiano i protagonisti. Si attacca chi ha vinto, ma a distanza di qualche mese. Cosa è accaduto da allora ad oggi? E’ indubbio che lo scontro interno alla maggioranza favorisce i processi di indebolimento della qualità politica e umana dei soggetti protagonisti in campo. la recrudescenza si tocca con mano: d’altronde chi alimenta il fuoco della barbarie e dell’inciviltà è spesso chi non ha nulla da perdere. La vicenda chiama in causa un po’ tutti: il modo di concepire l’informazione, il ruolo della magistratura, la politica, le associazioni, le organizzazioni sindacali. E’ chiamato in causa un po’ tutto il tessuto sociale, spesso connivente.
GIUNTA MASCARO
Che Rossano abbia un tessuto sociale malato è un dato che trova conferma proprio dall’affluenza alle urne. Circa il 72% di elettori. A Milano, capitale economica del Paese, dove il sindaco uscente Pisapia lascia il bilancio in attivo, dove l’Expò determina l’arrivo di una pioggia di milioni di euro, dove l’Italia si collega con il Mondo, gli elettori protestano attraverso l’urna (52%). Una paradosso che si tocca con mano. A Rossano dove lo Stato chiude l’unico tribunale in Calabria, declassa uffici e servizi, abbandona gli imprenditori e i lavoratori al loro destino, si tocca invece quasi la punta massima dell’affluenza. Oggi si sbandiera il fenomeno del voto di scambio come una novità. E si chiamano in causa i protagonisti urlando allo scandalo, quasi fosse una novità. Niente di più falso ed ipocrita. Tutti sanno, anche chi fa finta di non sapere o chi si scandalizza. Sono d’altronde gli stessi che fanno parte di quel famoso 72% che si è recato alle urne. Rossano avrebbe dovuto invece boicottare le elezioni, così come un apposito comitato aveva proposto. Ma la protervia di alcuni candidati a sindaco, poi usciti sconfitti, non ha consentito che ciò avvenisse. Ed ora la città si ritrova con una valanga di querele presso la
procura di Castrovillari e, soprattutto, con due ricorsi al Tribunale amministrativo regionale della Calabria, i cui effetti potrebbero determinare lo scioglimento anticipato. Questa è la lungimiranza politica dell’attuale classe dirigente. Che, al contrario, avrebbe dovuto rendersi protagonista di una vera azione di protesta contro lo Stato a Roma e poi in autunno presentarsi al corpo elettorale con più armonia e meno litigiosità. Oggi ha esattamente quel che merita.
FONTE:LA PROVINCIA