Gemellaggio Rossano-Matera, è in corso nella Sala del Consiglio Comunale, l’incontro ufficiale con il
Sindaco di Matera Raffaello Giulio De Ruggieri, ospite della Città. L’obiettivo dell’incontro è quello di confrontarsi sulle grandi opportunità di promozione turistica e di sviluppo economico che le città d’arte, anche e soprattutto quelle del Sud Italia, hanno se investono strategicamente sulla cultura, sull’identità e sui centri storici Apre il dibattito la presidente del consiglio comunale Rosellina Madeo. Che pur partendo dalla consapevolezza delle difficoltà concrete a livello locale dettate dalla carenza di infrastrutture, si è detta affascinata dalla caparbietà del sindaco di Matera. Che ha raccontato come si sia riuscito a far nascere nella cittadinanza la voglia di fare qualcosa di grande, seppur partendo da una situazione di svantaggio. "Speriamo - ha concluso la Madeo - che anche a Rossano possano presto esplodere entusiasmo, potenzialità e orgoglio di appartenenza così come è accaduto a Matera.
MASCARO: ROSSANO PUÒ CONTRIBUIRE ALL'ATTRATTIVITA' DI MATERA
Il sindaco di Rossano Stefano Mascaro ha subito sottolineato come quello in oggetto non sia un gemellaggio di cortesia, "ma un rapporto basato sulle nostre similitudini, seppur uniche. Solo insieme possiamo sopperire alle nostre oggettive difficoltà. Tenteremo di offrire un'offerta plurima che si esplichi 12 mesi all'anno, con alla base un rapporto fra Matera e tutto il territorio della Sibaritide, non solo Rossano. Da soli non si possono fare grandi opere come far tornare a vivere la nostra città, ricca di storia, cultura e bellezze. Cogliendo proprio l'esempio di quella Matera conosciuta anni fa come la vergogna d'Italia. Siamo complementari con Matera. E Rossano ha certamente tutte le potenzialità per contribuire all'attrattivita di Matera. Non c'è città più bella della nostra. E lo dico da napoletano. Nessuno potrà mai dire perché è stata scelta Rossano e non un'altra città".
DE RUGGIERI: COSTRUIAMO IL NUOVO MEZZOGIORNO D'ITALIA
Il sindaco De Ruggieri ha salutato i presenti affermando che "non può essere questo un momento salutiero in cui farsi inchini. Noi dobbiamo assumere l'impegno convinto e militante di costruire il Mezzogiorno d'Italia. Che funziona, che non svilisce se stesso, che non è disfattista. Ma che è fiero della sua storia. A Matera sda una situazione di frustrazione dell'appartenenza, con le connotazioni di essere vergogna e infamia d'Italia, lentamente attraverso un'opera di sensibilizzazione e lievitazione culturale si è passati a una situazione di consapevolezza: Matera è una delle città più vive del mondo, la più straordinaria interpretazione urbana della natura. Una geologia sconcertante. La comunità ha compreso di vivere in luogo unico e universale, tra costanza e continuità. Un luogo che vive tra memoria e nuova produzione di storia. Noi insieme dobbiamo costruire la nuova storia di un Mezzogiorno militante, che vuole tornare a esprimere quei valori di vita che oggi sfuggono e si sono perduti. Ciò che dobbiamo mettere sul piatto dell'Europa è il vitalismo storico dei nostri luoghi. Possiamo costruire insieme delle officine Mediterranee di cultura, trasferendo gli stimoli di energia creativa da Matera in tutto il sud. La cultura non è consumo, ma produzione e diffusione. Noi dobbiamo essere portatori di una cultura del saper fare non del saper dire. Queste le condizioni di un'alleanza operativa.
ABBIAMO LE ENERGIE E I TALENTI PER COSTRUIRE UN NUOVO CORSO DI SVILUPPO
L'altro aspetto importante è quello che la cultura è uno strumento di sviluppo. Non solo momento di conoscenza e matrice d'identità. Ci deve essere necessariamente un momento partecipativo militante. Chiudo con una frase dura e terribile: dopo la designazione di Matera qualcuno ha scritto se ce la può fare Matera, città ignorata e umiliata, può farcela l'Italia. Noi meridionali non possiamo più essere decalcomanie, ricalchi mimetici. Abbiamo le energie e i talenti. Perché i nostri giovani devono affermarsi altrove? Dobbiamo essere convinti della forza del territorio. I giovani non possono morire nelle anticamere untuose della politica meridionale. Dobbiamo esprimere un nuovo corso che parta dai valori del nostro tempo: innovazione, energia creativa. Costruiamo lentamente, sapientemente e in collaborazione questi nuovi percorsi dello sviluppo". [gallery ids="49112,49113,49109,49121"]