Nella giornata di ieri, venerdì 21 giugno si è svolto presso la sede dell’Ente Parco Nazionale della Sila il Primo Workshop Nazionale dedicato ai lepidotteri, vasto ordine di insetti a cui appartengono oltre 158.000 specie, note come farfalle e falene. I lavori sono iniziati con l’introduzione da parte di Stefano Scalercio, ricercatore per il CREA – SAM Unità di ricerca per la selvicoltura in ambiente mediterraneo di Rende, che ha definito l’obiettivo principale dell’evento: la creazione di una rete di monitoraggio permanente a livello nazionale delle specie delle farfalle. Ha, poi, ringraziato l’Ente Parco Nazionale della Sila, non solo per aver ospitato i lavori all’interno del workshop, ma per aver sposato la
mission del progetto ABLE. La parola dunque al Commissario dell’Ente Parco Nazionale della Sila, Francesco Curcio, che ha manifestato non solo la sua soddisfazione per l’avvio dei lavori, ma la totale disponibilità da parte dell’Ente per aiutare questa tipologia di studio e ricerca che rappresenta un’attività fondamentale per quella che si definisce lo scrigno della biodiversità presente all’interno della Riserva MaB Sila. “La giornata di oggi”, ha poi continuato “sarà motivo di arricchimento per ognuno dei presenti, andremo via con un valore in più, non solo sul mondo delle farfalle, ma anche sul mondo che gira intorno ad esse”. Il ringraziamento è stato rivolto, quindi, agli autori dei lavori presentati durante l’evento, per aver profuso impegno nell'attività di ricerca e studio nel territorio del Parco e, in particolare, nell'area dell'”
Arboreto Sbanditi”, luogo che rappresenta un esempio di politiche gestionali del territorio di successo: un’area con una superficie di circa 90 ettari che da ex vivaio forestale abbandonato è stata trasformata, grazie all’intervento dell’Ente Parco Nazionale della Sila, in un giardino della biodiversità. Dopo i saluti del Commissario, un altro plauso da parte di Giuseppe Luzzi, Direttore dell’Ente Parco Nazionale della Sila, che ha ribadito quanto sia importante lavorare in tale direzione attraverso una ricerca non solo teorica, ma altamente pratica, sottolineando, inoltre, il supporto dell’Ente Parco per questo tipo di attività scientifiche. Si è passati poi all’introduzione del progetto e alla descrizione da parte di Cristina Sevilleja, project manager di ABLE, che ha descritto lo stato dell’arte del lavoro svolto finora nei paesi europei sull’osservazione di questo ordine di Insetti. Gli interventi previsti riguarderanno la produzione di indicatori rilevanti per le politiche comunitarie, attraverso dati e analisi aggiornate, il supporto e lo sviluppo della rete di monitoraggio, i programmi da implementare e l’applicazione delle più idonee metodologie. Simona Bonelli, docente dell’Università di Torino, presente al tavolo dei relatori, ha definito in primo luogo l’importanza della condivisione delle informazioni e delle conoscenze, partendo anche da un attento sguardo europeo, sottolineando il ruolo fondamentale dell’Italia per il prosieguo del progetto e delle attività collegate. [gallery link="file" size="medium" ids="86814,86815"] Lo studio che si sta facendo, di un ordine come quello delle farfalle, porta con sé una responsabilità elevata perché si tratta di un gruppo animale carismatico, che con il suo fascino e valore estetico, viene apprezzato e riconosciuto da tanti. Si è trattato di un momento formativo altamente partecipato, con tanti ed interessanti interventi da esperti del territorio presenti in platea. L’intervento di Leonardo Dapporto, ricercatore dell’Università di Torino, ha sottolineato come la biodiversità abbia un effetto stabilizzante sugli ecosistemi. In pratica, più la diversità è compresa in un ecosistema, più esso è resistente ai cambiamenti climatici, alle catastrofi e più esso funziona meglio in generale. Prima di passare alla parte pratica del workshop con l’individuazione sul territorio, e specificatamente nei dintorni della sede dell’Ente Parco, delle metodologie da applicare nel percorso di monitoraggio da implementare, Stefano Scalercio ha raccontato le esperienze di ricerca nel Parco Nazionale della Sila attraverso transetti tracciati in diverse aree, nella zona della Fossiata, del Neto, di Righio e di Fallistro, dove peraltro sono state rinvenute diverse specie, di grandissimo interesse. È importante, afferma, monitorare il maggior numero di ambienti possibili, anche degradati per confrontarli e capire come intervenire con metodi di gestione territoriale volti alla conservazione degli ecosistemi. In quest'ottica le Aree Protette come, appunto, il Parco Nazionale della Sila rappresentano dei territori d'elezione per compiere e diffondere attività di monitoraggio di tale stregua, che per la loro facilità di realizzazione, il numero relativamente ristretto di specie da riconoscere ed il predetto “appeal” delle farfalle verso la maggior parte delle persone, rientrano in quella categoria di raccolta dati definita
Citizen Science. Il soggetto interessato a partecipare a questo tipo di attività di monitoraggio non deve essere necessariamente un “
professionista in materia”: i transetti individuati, che possono e devono essere localizzati in ogni tipo di contesto paesaggistico (urbano, periurbano, industriale, rurale, boschivo, litoraneo etc.) - di lunghezza compresa tra 500 e 1000 metri e ampiezza pari a 5 metri - vanno lentamente percorsi a piedi con cadenza quindicinale nel periodo primaverile/tardo estivo in giornate assolate e poco ventose, muniti di apposito retino entomologico, guida per il riconoscimento delle specie e taccuino per registrare i dati di campo. Dopo una prova pratica di riconoscimento e raccolta dati lungo un transetto situato parallelamente alla Strada delle Vette, nei pressi della Sede dell'Ente, è proseguita l'attività di illustrazione delle modalità di inserimento dei dati raccolti all’interno della piattaforma informatica online dedicata al progetto ABLE (https://butterfly-monitoring.net/able), sito unico a livello europeo che contiene i dati raccolti su tutti i transetti localizzati nei Paesi Europei aderenti al monitoraggio. Scopo dell'incontro odierno, che sarà duplicato in altre 5 Sedi sparse per l'Italia, è contribuire ad ampliare nel tempo e nello spazio la rete di soggetti che con metodo e costanza raccolgono dati qualitativi e quantitativi sulle farfalle diurne italiane. Ed il Parco Nazionale della Sila, sposando in pieno lo spirito dell'iniziativa europea ABLE, nei prossimi giorni individuerà il proprio transetto, che due dipendenti dell'Ente, Barbara Carelli e Antonio Basile, si impegneranno a monitorare, con la cadenza stabilita dal progetto, a partire da quest'anno e per gli anni a venire, contribuendo attivamente alla raccolta dei dati necessari per valutare come e quanto muti nel tempo la composizione quali-quantitativa della popolazione di farfalle diurne che popolano i dintorni della Sede dell'Ente.