28 minuti fa:«Per combattere la violenza sulle donne, serve una rivoluzione culturale»
4 ore fa:Pollino, cercatore di tartufi disperso a Novacco
2 ore fa:Al via Sibaritik@, il workshop internazionale sulle ricerche archeologiche in corso nella Sibaritide
2 ore fa:Cariati, incontro tra Amministrazione e marineria per risolvere alcune criticità
58 minuti fa:Crosia, partono i corsi di informatica per i “Giovani leoni europei 2023”
1 ora fa:Violenza di genere, ecco i «numeri della vergogna» in Calabria
3 ore fa:Giovane mamma si risveglia dal coma dopo 2 mesi e abbraccia la sua bimba partorita pochi giorni prima del danno neurologico
1 ora fa:«Combattere anche la violenza economica. Occorrono più lavoro ed equità salariale»
3 ore fa:Festa di fede per i 75 anni della parrocchia San Francesco a Corigliano
5 ore fa:Serafina Tagliaferri spegne 100 candeline e Corigliano-Rossano festeggia con lei

Elaiopolio, fallimento ordinario di un'intera classe dirigente

2 minuti di lettura
di MARTINA FORCINITI Un naufragio dirigenziale e del modello cooperativo inevitabile e irreparabile, data la sua impostazione totalmente pubblica e un suo utilizzo inteso alla stregua di un carrozzone di posti pubblici gestito direttamente dalla politica. Torniamo a parlare dell’elaiopolio – la struttura di proprietà dell’Arssa (l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i Servizi in Agricoltura) situata all’ingresso della città – perché una storia di ordinario fallimento necessita di analisi lucide e approfondite. Soprattutto ora che le campagne elettorali cominciano a partorire i loro frutti comunicativi. E su questo scheletro di cemento, pagato diversi miliardi di vecchie lire, non si batte neppure un colpo. Quello che sarebbe potuto diventare un centro unico nel suo genere – oggi, suo malgrado, un indegno ricettacolo di degrado e balordi – è piuttosto l’immagine simbolo dell’incapacità calabra. Di una classe dirigente che una volta di più non ha mancato di mostrarsi nella sua autoreferenzialità. Quella che, per intenderci, è disposta a cambiare tutto purché nulla cambi. Lavorando per conservare le cose come stanno. Sfruttando, questo sì, la propria posizione di dominio. Così di quei diecimila metri quadri di potenziale innovazione, dove si sarebbero dovute convogliare tutte le produzioni olearie del territorio, generando, trasformando e commercializzando il prodotto sotto un unico brand, non ci resta che il miraggio di una sana economia da sviluppare attraverso l’oro verde di Calabria. È l’ennesima pietra dello scandalo, una lettera morta che pure avrebbe originato un guadagno formidabile, nella misura in cui si sarebbe prodotto non solo reddito esterno derivato dalla trasformazione di produzioni fuori regione (e che oggi rappresenta uno dei maggiori insuccessi calabresi con 200mila ettari ulivetati), ma anche reddito indiretto derivante dalla riconoscibilità del nostro extravergine. Eccolo qui il nostro ecomostro, un cantiere rimasto a marcire sin dagli anni ’80 in attesa che qualcuno ne riconvertisse la destinazione d’uso iniziale (imbottigliamento e stoccaggio degli oli), riprendendo in mano il progetto di quella che, probabilmente, è la madre di tutte le opere compiute ma rimaste inutilizzate. Perché mai come in questo caso ha vinto l’indolenza non solo di chi, dopo essersi accomodato alla tavola dell’appalto gonfiato, ha piantato capra e cavoli. Ma anche di tutti coloro che, ereditando passivamente il progetto, hanno perso l’ennesima buona occasione per riacquistare un minimo di credibilità istituzionale. Opere, ma anche scelte, incomplete. Una condizione – lo si può immaginare – difficilmente rimediabile. E di certo non con un semplice schioccar di frusta. Ma le elezioni sono un grande spettacolo d’arte varia, con i candidati pronti a mettere a punto le loro “macchine da guerra” delle comunali per essere con-vincenti. Finora, dicevamo, quasi nessun accenno all’elaiopolio negli ululati programmi elettorali. Chissà che qualcuno, in zona Cesarini, non si ricordi di questa carcassa fatiscente su cui sbattiamo la faccia ogni giorno. Che irrompe in modo imbarazzante – e purtroppo ancora ingiustificato – nel profilo della città.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.