Presentato a Co-Ro il libro "Nulla nasce per caso" di Ercolino Ferraina
Un viaggio di cinquant’anni tra arte, giornalismo e vita. Ferraina: «Questo libro appartiene a tutti coloro che hanno creduto, anche solo per un momento, che la cultura possa cambiare le cose»

CORIGLIANO-ROSSANO – Una serata che ha unito emozione, memoria e riflessione, quella vissuta alla Sala Teatro della Cittadella dei bambini e dei ragazzi, dove è stato presentato Nulla nasce per caso, il nuovo libro di Ercolino Ferraina, artista e fotografo che da oltre mezzo secolo racconta il territorio attraverso immagini e parole. L’evento, promosso dall’Università Popolare Rossanese “G. Sapia – I. Montalti”, ha registrato una grande partecipazione di pubblico e ha rappresentato un momento di incontro tra generazioni, arte e impegno civile.
A moderare l’incontro Deborah Ferraina. «L’opera – ha spiegato l’autore – nasce dal desiderio di lasciare una traccia di un lungo percorso umano e professionale: «Non ho voluto scrivere un libro per raccontare me stesso – ha detto Ferraina – ma per restituire un pezzo di memoria collettiva. La cultura non è un lusso, è un diritto. Solo investendo in cultura una città può crescere davvero, perché la conoscenza genera consapevolezza e la consapevolezza produce libertà».
Il volume attraversa oltre cinquant’anni di storia culturale, giornalistica e fotografica, intrecciando fatti, personaggi e momenti che hanno segnato la vita di una comunità. Le immagini e gli articoli raccolti costituiscono una testimonianza viva del cambiamento del territorio e delle persone che lo abitano. Durante la presentazione, il sindaco Flavio Stasi ha sottolineato il valore del libro come strumento di riscoperta identitaria e stimolo a una nuova stagione culturale per la città. Il suo intervento ha richiamato l’importanza di una politica capace di valorizzare il patrimonio umano e culturale, riconoscendo nella cultura il motore del progresso. Il direttore dell’Università Popolare Rossanese, Gennaro Mercogliano, ha definito il volume «un tassello prezioso per comprendere la storia e l’evoluzione di Corigliano-Rossano».
Il segretario dell’Università, Salvatore Bugliaro, autore della prefazione, ha messo in luce il valore educativo e civico del libro, riconoscendo nel lavoro di Ferraina una concreta testimonianza di come la cultura possa essere veicolo di sviluppo e coesione sociale. Nel corso della serata, l’autore ha ribadito la necessità di credere nella cultura come investimento: «La cultura non è qualcosa da aggiungere quando resta tempo o denaro: è il fondamento su cui costruire ogni altra cosa. Dove si semina cultura, nascono idee, lavoro, turismo, dignità. Dove la si trascura, arriva il vuoto». Parole accolte da un lungo applauso del pubblico, che ha percepito l’eco di una verità semplice ma spesso dimenticata. Ferraina ha poi aggiunto: «Questo libro nasce anche come invito a guardare avanti. Non basta ricordare, bisogna agire. Dobbiamo chiederci che tipo di città vogliamo essere tra dieci o vent’anni. Nulla nasce per caso, neppure il futuro culturale: dipende dalle scelte che compiamo oggi».
Il filo conduttore del libro è proprio questo: la memoria come base del domani. Ogni fotografia, ogni articolo, ogni nome citato rappresentano un frammento di un percorso collettivo che continua a crescere e trasformarsi. Uno dei momenti più significativi della serata è stato l’appello condiviso da relatori e pubblico per la creazione a Corigliano-Rossano di una pinacoteca comunale o di un museo civico congalleria d’arte. Ferraina ha ribadito la necessità di dotare la città di spazi capaci di custodire e valorizzare il patrimonio artistico locale: «Una città che si definisce d’arte deve dimostrarlo nei fatti. Servono luoghi dove la creatività possa vivere, dove i giovani possano incontrarsi, studiare, esporre e conoscere. Solo così si costruiscono identità e appartenenza». La proposta ha trovato ampio consenso tra i presenti, molti dei quali hanno riconosciuto nella creazione di strutture permanenti un passo concreto verso la crescita turistica e culturale della città.
La serata ha ospitato anche un momento dedicato allo sport, con la presentazione della squadra di pallavolo femminile di serie C, Pallavolo Rossano Asd, realtà con la quale Ferraina collabora da tempo come fotografo ufficiale. Il presidente della società, Antonio Russo, ha illustrato le prospettive della nuova stagione, ringraziando l’autore per la collaborazione. L’intervento ha offerto lo spunto per una riflessione sul valore educativo dello sport, che – come la cultura – forma e unisce. «Anche nello sport nulla nasce per caso – ha osservato Ferraina –. Ogni traguardo è frutto di passione, disciplina e lavoro di squadra. Sono gli stessi valori che muovono l’arte e la cultura. In fondo, raccontare una partita o un evento culturale significa cercare lo stesso battito: quello umano».
L’atmosfera è stata quella di un incontro sincero e partecipato, dove ognuno ha riconosciuto un frammento del proprio passato o della propria storia. Molti intervenuti hanno ricordato episodi legati agli anni raccontati nel libro, ritrovando volti e momenti che il tempo aveva solo nascosto. La moderatrice Deborah Ferraina ha guidato la conversazione con equilibrio e sensibilità, alternando domande e riflessioni e lasciando spazio ai ricordi dell’autore e al dialogo con il pubblico.
Prima dei saluti, l’autore ha voluto ringraziare chi ha condiviso con lui anni di lavoro e di passione: «Ogni foto, ogni articolo, ogni gesto raccontano non solo ciò che ho fatto, ma ciò che abbiamo vissuto insieme. Non esiste memoria senza comunità. Questo libro appartiene a tutti coloro che hanno creduto, anche solo per un momento, che la cultura possa cambiare le cose».
Nulla nasce per caso è più di un titolo: è un concetto che attraversa tutto il libro e risuona come un invito. Le pagine di Ferraina non raccontano solo ciò che è stato, ma aprono una prospettiva su ciò che ancora può essere. Ogni scatto, ogni testimonianza e ogni articolo raccolto sono fili che legano passato e futuro, un gesto di fiducia verso la possibilità che la cultura resti un faro anche nei tempi incerti. L’opera diventa così un atto d’amore per la città e un richiamo alla responsabilità: scegliere di coltivare la bellezza, la conoscenza e la memoria. Perché nulla nasce per caso — nemmeno il domani che vogliamo costruire.