Unical, il capo della Dia di Catanzaro incontra gli universitari di Pedagogia dell’Antimafia
Oggi alle 14.00 presso la Sala Stampa del Centro Congressi “Beniamino Andreatta” gli universitari di Scienze dell’Educazione incontreranno Beniamino Fazio per discutere di contrasto alla ’ndrangheta e pedagogia del cambiamento

RENDE - Nuovo appuntamento per il quattordicesimo anno del progetto di Pedagogia dell’Antimafia attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria. Il percorso scientifico-didattico di resistenza alle mafie nasce il 23 maggio 2011 nella vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo di Arcavacata e prosegue, dal 2012, le sue iniziative formative nel Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, oggi DiCes.
Oggi, lunedì 19 maggio, alle 14.00 presso la Sala Stampa del Centro Congressi “Beniamino Andreatta”, gli universitari di Scienze dell’Educazione incontreranno Beniamino Fazio, Capo Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro per discutere di contrasto alla ’ndrangheta e pedagogia del cambiamento. A introdurre i lavori, sarà Giancarlo Costabile, docente di Antimafia presso l’UniCal.
«Questo pomeriggio di studio – spiega Giancarlo Costabile – si pone l’obiettivo di approfondire il processo storico di evoluzione della ’ndrangheta negli ultimi quarant’anni, arco temporale che ha fatto di questo sistema criminale, insieme alle altre mafie estere, una componente strutturale del capitalismo (così come hanno più volte spiegato Antonio Nicaso e Nicola Gratteri), espandendosi in territori lontani da quelli di origine, condizionandone in modo significativo l’assetto economico. Il contrasto alle mafie – afferma il docente del DiCES –, che scuola e università devono rendere possibile nella pratica educativa, passa prioritariamente dalla piena affermazione di una consapevole e responsabile pedagogia del dovere: lo Stato ha il volto dei suoi cittadini e della loro coscienza dei diritti di prossimità. Lo Stato siamo noi e l’antimafia sociale è un mezzo per costruire un nuovo senso delle istituzioni e della comunità.
Giovanni Falcone – chiude Costabile – diceva che gli uomini passano ma le idee restano. Resteranno soprattutto le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. La pedagogia dell’antimafia, in questa direzione, è cultura dello Stato della Costituzione e promozione di cittadinanza attiva finalizzata alla piena realizzazione delle idealità repubblicane di uguaglianza e giustizia sociale. La lotta alle mafie deve riprendere l’insegnamento di Paolo Borsellino per diventare innanzitutto “un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”».