Dolore, amore e rinascita nel romanzo d'esordio "Tutta la vita che resta" di Roberta Recchia
Un romanzo familiare che racconta le vicende della famiglia Ansaldo distrutta da un tragico evento che segnerà uno spartiacque nelle vite dei protagonisti tracciando un confine tra la vita di prima e "la vita che resta"
CORIGLIANO-ROSSANO – Si è svolto ieri nel chiostro di palazzo san Bernardino nel centro storico di Rossano, il secondo appuntamento della rassegna letteraria estiva Autori d’(a)mare promosso e organizzato da Mondadori Bookstore di Granata Group con il patrocinio del Comune di Corigliano-Rossano. Ospite di questo secondo incontro, moderato dall’editor Vincenza Vigianello, l’autrice Roberta Recchia che ha presentato il suo romanzo d’esordio Tutta la vita che resta.
La protagonista del romanzo è la famiglia Ansaldo la cui storia è al centro di un arco temporale che abbraccia cinquant’anni di vita. Una sera d’agosto del 1980, durante una vacanza a Torre Domizia, la vita della famiglia viene sconvolta da un tragico evento: l'uccisione di Betta. Un omicidio che trascina con sé pregiudizi e segreti, un dramma che getta nella disperazione i genitori Marisa e Stelvio e soprattutto la giovane cugina Miriam che per anni custodirà un importante segreto: anche lei era presente quella fatidica notte d’estate in cui Betta è morta. Questo dolore segnerà uno spartiacque nelle vite dei protagonisti e dell’intera famiglia che, a poco a poco, sembrerà disgregarsi tracciando un confine tra la vita di prima e la vita che resta. Di fronte a questo insopportabile dolore crolla ogni certezza. Per Miriam, che non è mai riuscita a verbalizzare il suo dolore e ha trascorso il suo tempo cercando di negare e dimenticare quanto accaduto, sarà l’incontro con Leo, un ragazzo di borgata, a fornirle un’occasione di rinascita e salvezza. Un romanzo familiare che racconta di vite ordinarie, di persone che cercano di sopravvivere alle tragedie e ricostruire ciò che gli eventi hanno cancellato.
Come più volte rimarcato dall’autrice il romanzo parla, oltre che del lutto e dei meccanismi di elaborazione che lo caratterizzano, anche della possibilità dell’amore di poter assumere ruoli e caratteristiche sempre diversi. L’amore materno, paterno, fraterno, filiale e tra due amanti può essere incarnato da chiunque e donato a chiunque nel corso della vit, diventando salvifico sia per chi lo dona che per chi lo riceve. Tutta la vita che resta racconta di uno strappo difficile da superare e ricucire, ma anche di speranza, di uomini e donne che si salvano vicendevolmente dalla morsa del dolore. Sarà infatti l’amore accudente e di cura a tracciare una nuova via di speranza capace di ridisegnare un nuovo futuro.