Cariati, l'incontro con la cultura afro-nigeriana chiude il Festival Interculturale “Sguardo e Mondi”
L'evento si è tenuto nella Giornata Mondiale del Rifugiato presso la sede di Palazzo Chiriàci del Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni
CARIATI - Con un bellissimo incontro con la cultura afro-nigeriana, ha chiuso i battenti, nella Giornata Mondiale del Rifugiato, lo scorso 20 giugno, il Festival Interculturale “Sguardo e Mondi” che si è svolto presso la sede di Palazzo Chiriàci del Civico Museo del Mare, dell’Agricoltura e delle Migrazioni di Cariati.
Il Festival, ideato e curato dalla Direttrice del Museo, Assunta Scorpiniti, «per valorizzare nel senso più plurale e inclusivo le identità culturali presenti nella nostra cittadina», si è svolto con la presenza costante del Sindaco Cataldo Minò, dei delegati alla Cultura e ai Turismi Alda Montesanto e Antonio Scarnato e di un pubblico assai partecipe; è stato inoltre organizzato con la preziosa collaborazione delle associazioni “Kalyna” Donne Ucraine, delle donne della comunità del Marocco, dell’Associazione “ItaCoRo” (Italia-Romania-Colombia”) e con la Società Cooperativa Agorà Kroton, che gestisce il locale centro S.A.I. (Sistema Accoglienza Integrazione).
Proprio le operatrici di Agorà Kroton, guidate dalla responsabile Serafina Benvenuto, hanno predisposto la parte culturale della Giornata, con attività laboratoriali e teatrali svoltesi nella loro sede nei mesi scorsi coinvolgendo numerose famiglie nigeriane, alcune già uscite dal S.A.I. e integrate nella comunità locale, dopo la drammatica fuga via mare dal loro Paese.
Una Nigeria dolente e amata dai suoi figli, che l’hanno presentata al pubblico del Festival nei vari aspetti e poi, a ritmo di danza e fra applausi entusiasti, con una sorprendente sfilata di abiti tradizionali, che ha riempito la sala di colori e positiva energia. Successivamente, è stata messa in scena la tradizione nigeriana del matrimonio con la partecipazione dei giovani Minori Stranieri Non Accompagnati del Progetto di prima Accoglienza Sarepta-Prog.36, diretto da Valeria Santangelo e gestito nell’ex seminario di Cariati dalle Onlus Fo.Co, Missione Famiglia e dalla Fondazione Santa Maria delle Vergini. Quindi altri riti legati alla nascita, alla preghiera e varie danze, tra cui una di meravigliosi bambini, anche loro nei costumi tipici.
Lo spazio di riflessione, per la Giornata del Rifugiato, è stato aperto dall’emozionante racconto del direttore del bisettimanale “Il Crotonese”, Giuseppe Pipita, ospite dell’evento, attraverso la videoproiezione del reportage fotografico “I sogni attraversano il mare” da lui realizzato in occasione del tremendo naufragio di migranti sul mare di Cutro del febbraio 2023, e dei fatti conseguenti: «Sono stato il primo giornalista ad arrivare, quell’orrore l’ho ancora negli occhi…il mare lo guardo in modo diverso da allora» ha detto, con commozione autentica per i positivi risvolti umani e con il coraggio della denuncia delle inadempienze e gli errori che hanno spezzato 94 vite, quante sono le immagini e i pensieri restituiti col documentario di quanto accaduto in quella tragica notte. E che continua ad accadere, come ha sottolineato nella presentazione la Direttrice del Museo, ricordando gli ultimi naufragi, soprattutto quello dei giorni scorsi, al largo della costa calabrese, con oltre 60 morti di cui 26 bambini, per il quali il mediatore culturale, il gambiano Sowe Bunna, che ha fatto da interprete durante l’incontro, ha chiesto un minuto di silenzio. A riempire di ulteriore significato il momento, la testimonianza dei giovani MSNA Sow e Suylemane, originari della Guinea, con il dramma delle loro storie («ho attraversato il mondo fino a qui, perché nel mio paese i diritti degli esseri umani sono negati.. ho pregato di raggiungere vivo la riva»), la riconoscenza per chi li ha accolti, di impegnarsi per avere «un bel futuro, vivere in pace e realizzare i nostri sogni in Italia», studiando fino alla laurea per aiutare altri migranti. Testimonianze forti e sincere, che, unite alle presenza di tanti piccoli nigeriani, sorridenti e vivacissimi, hanno rappresentato la grande speranza della giornata, in cui sono stati anche consegnati gli attestati di partecipazione e si è conclusa con una danza collettiva finale.