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Parte su EcoCult la rubrica “Storie d’altri tempi”

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Ci sono patrimoni immateriali, piccoli o grandi, che vanno tutelati, protetti, valorizzati; ma prima ancora ricostruiti e raccolti.

La memoria è la condizione. La parola condivisa la strada. Le storie il tesoro.

Ci sono memorie globali, che hanno segnato pagine di Storia ufficiali; memorie private, iscritte nei solchi dello spirito di ogni individuo; e memorie locali che, quando non approdate a pagine ufficiali conservate negli scaffali delle biblioteche o degli archivi, camminano sulle gambe di donne e uomini comuni.

In antichità ogni comunità si costruiva e riconosceva intorno al proprio corredo di narrazioni da tramandare oralmente, attraverso la parola:  corredo distintivo e identificativo di storie, valori, luoghi, personaggi, avvenimenti, aneddoti, lingua, motti di spirito. Sì, anche questi spesso nascono in quel coagulo di ricordi: gli si accompagnano, caratterizzandolo, e finendo col rappresentare uno dei principali terreni di comunanze e complicità, vero lievito di appartenenza. Così per i piccoli gruppi -comitive di parenti, amici, coetanei, colleghi-; così per quei grandi gruppi che in fondo sono le comunità locali, quando la scure dell’impersonalità, della freddezza, dell’omologazione e del disinteresse non abbia già tagliato i rami più prolifici dell’albero della vita sociale.

Ma nella fluidità veloce, a volte isterica, dei nostri giorni, pur non vivendo in una grande e spersonalizzante metropoli industriale, a mancare a volte sono le occasioni. Quegli appuntamenti stabili, quei punti di riferimento certi che una volta offrivano la cornice, anche informale, entro cui vivere i tempi lenti e distesi che il racconto richiede. Si sta allentando anche quella preziosa ritualità delle domenica della grande famiglia, quelle in cui nonni, zii e amici, accanto alle vivande, portano in tavola gustosi aneddoti e quadri più seri di un passato da servire alle nuove generazioni. Vero companatico di piatti dalla rustica prelibatezza.

E a partire da questa considerazione che l’Eco dello Ionio e l’Associazione Rossano purpurea hanno progettato questa sorta di simposio virtuale intitolato Storie d’altri tempi, una nuova rubrica all’interno del sempre più nutrito contenitore di EcoCult.

Alla base di tutto due convinzioni. La prima, che questa trama di ricordi comuni possa anche contribuire ad arricchire,  rinforzare, infittire il tessuto di quell’identità comune tra Corigliano e Rossano, pur in qualche diversità che sarà bello conoscere e valorizzare. La seconda è che ogni progetto di ricostruzione della memoria non è mai in funzione del passato, ma del futuro. Può, insomma, essere un percorso produttivo e di ispirazione.

L’aneddotica leggera ci aiuterà a sorridere del nostro passato e guardare con più complicità ad un futuro che ha bisogno di trovarci gioiosamente uniti; il patrimonio di valori, personaggi, costumi, tradizioni, esperienze, luoghi che potremo condividere ci renderanno più consapevoli; i documenti studiati, ricostruiti, analizzati saranno base imprescindibile per progettualità ben poste.
Tutto ciò, che pur certamente vive in forme episodiche e spontanee, o che alcuni meritori custodi della memoria e delle tradizioni  stanno già imbastendo in modo egregio, può essere consolidato, integrato e allargato ad un banchetto ricco di ospiti, voci e prospettive che tornino a farci sentire la coralità di questo racconto collettivo.

Storie da tramandare, affidare, consegnare a noi tutti: a noi adulti di mezza età, che li abbiamo vissuti di striscio o nemmeno; ai tanti cittadini nuovi della nostra terra; ma anche, o specialmente, ai giovani. Come in ogni buon pranzo domenicale delle grandi famiglie di ieri, auguriamoci, pertanto, che anche loro, i nostri ragazzi, possano accomodarsi a tavola con noi, magari a volte anche con ruoli attivi, magari andando a raccogliere e registrare testimonianze orali e realizzando videoracconti. Agli adulti l’arduo compito di interessare, essere accattivanti e raccontare sempre con un occhio alla piacevolezza, in un’ideale combinazione del docere e delectare che possono aspirare a diventare complementari, piuttosto che alternativi.  

Allora, insieme, apriamo i cassetti, quelli lignei dei nostri comò e quelli metaforici della nostra anima emotiva. Facciamoci coraggio e portiamo a beneficio comune le nostre memorie di storie vissute, studiate, ricostruite, salvate. Da salvare. Memorie di penne avvezze alla scrittura, senz’altro; ma anche memorie di chi non ha finora frequentato le testate giornalistiche o vergato pagine aperte alla pubblica lettura, ma ha in sé tanto da ricordare, raccontare, regalare.

Chissà se poi queste uscite settimanali non potranno essere raccolte in un cofanetto unico che, al merito della circolazione online, possa unire anche il sapore e il valore della carta stampata: diario di una comunità che si ritrova nel gusto del raccontarsi.

Alessandra Mazzei
Autore: Alessandra Mazzei

Diploma classico, laurea in Lettere classiche a La Sapienza, Master in Pedagogia, insegue una non facile conciliazione tra bios theoretikos e practikos, dimensione riflessiva e solitaria, e progettualità concreta e socialmente condivisa. Docente di Italiano e Latino, già Assessore alla Cultura e Turismo di Rossano, impegnata in diverse associazioni socio-culturali, ma, prima e più di ogni altra cosa, mamma, felice, di Chiara Stella, Gabriele e Sara Genise. Ha grande fiducia nelle capacità dei giovani, degli studenti, di quelli che poi restano e di quelli che vanno pensando un giorno di tornare. Spera di poter contribuire, insieme a loro e ad amici ottimisti, alla valorizzazione di questa terra di cui sente da sempre la forza delle radici, accanto al bisogno di paesaggi culturali ampi e aperti. Ama la scrittura, che vive, al pari dell’insegnamento, come itinerario di ricerca e crescita personale, da coltivare in forme individuali e collettive.