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La visita al centro storico bizantino dell'ex ministro Bray e del sindaco di Catanzaro

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Confine è una parola dura, usata spesso in questi giorni di assordanti notizie di guerra. Spesso i confini si difendono dagli estranei. Si armano. Diventano barriere. 

Nella biblioteca Zumpano però il confine è in realtà custodia. Non ci sono barriere, se non quelle della cura e della dedizione. Ci sono libri, vasi, dipinti, oggetti che parlano e raccontano mondi e uomini. Sicuramente raccontano l'avvocato. Giuseppe Zumpano, che con armonia costruisce il suo rifugio. Tra le pagine di una Divina Commedia esposta e una collezione di opere e nomi per le quali non basterebbe una sola vita per leggerle. D'altronde i libri sono propio questo: la possibilità di vivere, anche solo per uno squarcio di tempo breve, le vite degli altri. Sono sapienza e artigianalità, sono bellezza e realtà. 

Massimo Bray, ex ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel governo Letta, oggi direttore generale della Treccani, sicuramente non resta indifferente. Entra in punta di piedi, segnale di rispetto dei grandi uomini di cultura. Osserva con delicatezza e chiede se gentilmente può toccare, guardare da più vicino. Godere, con la luce negli occhi, di questi oggetti, che hanno un'anima. 

Dopo aver visitato la biblioteca Zumpano, insieme a Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, scambiamo un paio di battute con il professor Massimo Bray.

Quali sono le prime sensazioni che un luogo come questo comunica, non appena si mette piede dentro?

E' un piacere. Poter camminare tra questa collezione di libri, che è stata raccolta con intelligenza, con cura, con quella tipica passione che questo nostro mondo del Mezzogiorno, a cui appartengo, mette in risalto, con questa grande attenzione ai beni culturali. 

In un mondo digitalizzato e veloce è sicuramente difficile trovare un'esperienza del genere, però tutte le narrazioni, anche quelle digitali, partono dai luoghi. Quanti templi della cultura, come questo, avremmo bisogno di raccontare?

C'è anzitutto un tema del racconto: l'Italia conserva non solo i luoghi noti a livello internazionale, che in qualche modo sono orgoglio e allo stesso tempo memoria straordinaria del nostro Paese, ma conserva anche questi luoghi particolari, che appartengono a grandi tradizioni familiari, che sono stati capaci di conservare parte delle tradizioni storiche e culturali del Paese. Ce ne sono molti, ma non moltissimi sono curati con tanta dedizione e tanta attenzione. Noi avremmo bisogno proprio di questo, di questa cura e di questa tutela dei beni culturali, come dice la nostra Costituzione. Molte volte è affidata a dei privati, capaci di conservarli con dedizione, ma capaci anche di arrichirle, perchè sono collezioni vive. Così saremo capaci di lasciare, a chi verrà dopo, il valore di queste raccolte.

Lei è stato uno dei promotori del processo di digitalizzazione di Treccani, secondo lei esiste un punto di incontro tra i luoghi di custodia della memoria e gli strumenti digitali della narrazione?

Credo che Treccani abbia voluto confrontarsi con le sfide del contemporaneo. L'aver digitalizzato il suo patrimonio che rappresenta oltre cento anni di vita vuol dire saper comunicare anche con le nuove generazioni. Ma lo sforzo è stato quello di coniugare una grande tradizione che viene dal mondo del libro con le nuove tecnologie. Bisogna saper far questo con la grande attenzione a saper certificare le fonti, sempre per poter trasmettere a chi verrà dopo di noi, il valore della cultura. Luoghi come questo fanno avvertire, sentire, che c'è questa sensibilità nella cura della successione di questo grande patrimonio. Il compito di Treccani oggi è saper unire tradizione e innovazione, fidandosi del valore della cultura. 

Incontrarla a Corigliano-Rossano è un piacere, ci possiamo aspettare in un futuro prossimo qualche iniziativa con lei?

Io sono sempre molto legato ai luoghi della Calabria. Iziziando dalla meravigliosa avventura di rimettere in piede i Bronzi, che mi ha coinvolto personalmente, dallo splendido museo che li ospita, dalla mia visita a Sibari, dalla nostra partecipazione al Festival di Trame, per far in modo che i concetti di democrazia e trasparenza, di lotta contro le mafie, emergano proprio grazie al lavoro che si fa con la cultura, nelle scuole e con le scuole. Questo è un punto importante, una collezione così piena di segni, di tracce di una memoria culturale, quella che l'avvocato Zumpano ha saputo mettere insieme. Forse proprio da un luogo come questo si può partire per dei progetti culturali che sappiano aggregare tutte le generazioni. 

La battuta di chiusura è di Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro: 

Non c'è solo la Biblioteca, ma anche la casa dell'avvocato. Davvero è un'esperienza da museo. Un luogo pieno di oggetti, opere d'arte, libri, che raccontano tanto. Una collezione che credo sia unica in Calabria. Fare questa visita è stato un piacere, così come rivedere Rossano centro storico, che ha sicuramente un fascino e una bellezza da valorizzare.

 

Andrea Costantino Levote
Autore: Andrea Costantino Levote

Andrea Costantino Levote nasce come giornalista sportivo. Frequenta il corso di Reporting alla Scuola Holden, ma si imbuca anche alle lezioni di Cinema e di digital marketing. Vince il Premio Phoebe di Scuola Holden con il teaser Democracia. Racconta i ritratti dei giornalisti sportivi che lo hanno ispirato nel podcast "I Cantastorie", all'interno del programma Eutropia su Spotify. Diventa CEO di Jugaad Produzioni e con il cortometraggio FAME vince diversi premi internazionali, oltre a una menzione speciale al festival Ermanno Olmi. Oggi è CEO e founder di DIEZ- CREATIVE AGENCY, agenzia di comunicazione con la quale racconta il talento, occupandosi del digital marketing di start-up e di imprese.