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4 cuori (+1) fa divertire il Valente

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Si dice che i grandi personaggi degli attori siano una medaglia e allo stesso tempo una condanna. Diventa difficile infatti dividere il personaggio dall'attore e spesso questo gioco di specchi si ritorce contro lo spettacolo. 

Io sono il primo a cascare in questo tranello: quando il sipario si apre e la compagnia entra in scena, il mio pensiero è solo uno: lei era la maga Circe, mentre lui era Edipo giovane! Si perchè poche settimane fa, proprio la stessa compagnia di attori portava sullo stesso palco il grande classico greco. 

Ci vuole tanto studio e tanta capacità per far volar via questa associazione di idee, naturale per chi segue tutta la stagione teatrale. Loro ci riescono perfettamente. Bastano i primi minuti dello show per dimenticare Edipo e Circe e vedere in scena Ginny e Leonardo, poi Filippo, Sara e "il Letterato".

Tra Patrizia Miggiano, Federico Della Ducata, Luigi Giungato, Anna Rita Vizzi, Piero Schirinzi, gli attori di questo spettacolo, c'è tanto feeling e si vede, anche perchè la classica commedia all'italiana che portano sul palcoscenico del Valente è scandita da intrecci e incastri che vengono valorizzati da un timing perfetto. Gli attori si muovono sul palco come un meccanismo di un orologio svizzero che funziona perfettamente. Battuta, risposta, espressione facciale, risata del pubblico, pausa e poi si ricomincia. Funzionano come i cilindri di un motore a scoppio, si sale e si scende e si crea movimento per portare avanti la narrazione.

Ci tengo a sottolinearlo perchè, nonostante questa comicità non coincida perfettamente con il mio gusto personale, non si può negare la bravura degli attori, che tengono in piedi lo spettacolo in modo perfetto. 

Far ridere molto spesso è più complicato che far piangere. Soprattutto in teatro, puntando tutto sulla caratterizzazione del proprio personaggio e sulla credibilità di una storia, che sta in piedi e regge, anche se portata alla polarizzazione della realtà.

Questa commedia all'italiana vive respirando sulle cose non dette, animata da personaggi campioni di arrampicate sugli specchi, sui più classici dei malintesi, sulle vite nascoste e sui tentativi di provare a girarsi la verità tra le mani come si fa con un cubo di Rubik, fin quando non si trova almeno una faccia che vada bene e poi è l'unica che si mostra.

Non so se qesta è la comicità del futuro, non so se la stand up comedy e la forza dei meme sul web hanno cambiato il modo di fare ironia sulla vita di tutti i giorni o se semplicemente si sono messi al fianco di questo genere comico. Alla fine però il pubblico si diverte e tanto. Addirittura interviene, in un paio di occasioni, anticipando le battute dell'attore che cavalca il sentiment e gioca la sua parte rispondendo al pubblico (grande capacità anche questa!). 

La conclusione migliore, alla fine dei conti, forse è essere un po' più leggeri. Quando fuori dal teatro piove a dirotto e dentro nessuno se ne accorge, non c'è bisogno di stare a fare tanto i sofisticati. Facciamoci una risata anche noi.

 

 

 

Andrea Costantino Levote
Autore: Andrea Costantino Levote

Andrea Costantino Levote nasce come giornalista sportivo. Frequenta il corso di Reporting alla Scuola Holden, ma si imbuca anche alle lezioni di Cinema e di digital marketing. Vince il Premio Phoebe di Scuola Holden con il teaser Democracia. Racconta i ritratti dei giornalisti sportivi che lo hanno ispirato nel podcast "I Cantastorie", all'interno del programma Eutropia su Spotify. Diventa CEO di Jugaad Produzioni e con il cortometraggio FAME vince diversi premi internazionali, oltre a una menzione speciale al festival Ermanno Olmi. Oggi è CEO e founder di DIEZ- CREATIVE AGENCY, agenzia di comunicazione con la quale racconta il talento, occupandosi del digital marketing di start-up e di imprese.