“Siamo Culture” un ambizioso progetto che parte da un cambio di mentalità
La sfida: coinvolgere le comunità locali, affinché diventino parte integrante del patrimonio culturale
CORIGLIANO-ROSSANO – Si comincia a far “rete”, e si comincia a farlo partendo dalla cultura. Molto spesso noi calabresi ci “chiudiamo a riccio” cercando di tutelare il nostro piccolo orto anche a discapito del vicino, ma questa mentalità non premia.
Dobbiamo comprendere che la crescita reale può giungere solo se si rema assieme, sulla stessa barca e nella stessa direzione, non se si rema l’uno contro l’altro. E proprio questa idea di azione sinergica per valorizzare il patrimonio culturale del territorio sta alla base del progetto “Siamo Culture – Ponte tra Oriente e Occidente” evento (il cui primo incontro si è tenuto venerdì 5) voluto dall’assessore alla cultura della città di Corigliano-Rossano, Donatella Novellis.
Tanti gli ospiti che nella splendida cornice del Castello Ducale hanno discusso in diretta streaming parlando di “Visioni di archeologia e crescita di un territorio: Riflessioni sul patrimonio culturale, nuovi modi di valorizzazione e fruizione”.
Importante la presenza anche di figure come Massimo Osanna, direttore generale dei musei presso il MiBACT. Segno tangibile di una nuova e importante attenzione del Ministero per questa area della Calabria troppo spesso dimenticata e lasciata ai margini.
Ma l’attenzione delle istituzioni da sola non basta. Come ha sottolineato nel suo intervento Antonio Blandi, project manager di Officine delle Idee, l’obiettivo deve essere quello di creare dei sistemi in cui le comunità locali diventino parte integrante del patrimonio culturale. Obiettivo molto ambizioso: è proprio qui la vera sfida. Superare l’abbandono dei nostri tesori tramite la consapevolezza che siano dei tesori.
Troppo spesso, infatti, chi vive un territorio ne ignora le qualità o peggio ancora le sminuisce. Dovremmo imparare a guardare alle nostre città con gli occhi di un viaggiatore, a promuovere la nostra cultura con passione, a difendere la nostra terra da chi l’oltraggia e la deturpa.
Citando Filippo Demma, direttore del Parco archeologico di Sibari, dovremmo imparare a «valorizzare i beni culturali che abbiamo. Accrescendo il valore di qualcosa che già di per sé ha un valore assoluto».
Cultura, quindi, come “processo di coinvolgimento reciproco”, perché accrescere la cultura non è un intervento marginale o secondario, ma significa incrementare il benessere di una comunità.
Guarda il video servizio