La Stradale fa “pulizia” d’autovelox: ora si auspicano provvedimenti anche per le tante trappole lungo lo Jonio
La Polizia ha sequestrato uno scout speed e alcuni misuratori di velocità installati lungo la SS107 e la SP234 per accertarne la legittimità. Nella Sibaritide intanto continuano ad essere attivi presidi che pregiudicano la sicurezza stradale
COSENZA – C’è stata in queste ore una vasta operazione della Polizia Stradale che ha fatto letteralmente pulizia di autovelox e sistemi di rilevazione della velocità sulle strade della provincia bruzia. Un’articolata attività di indagine e di accertamenti che ha portato al sequestro di uno scout speed, installato a bordo di una Fiat Punto e di proprietà di una società privata che la noleggiava a diversi comuni del cosentino per il cosiddetto rilevamento dinamico dei limiti di velocità, e al sequestro, inoltre, di una serie di misuratori di velocità denominati T-Exspeed a postazione fissa, questi installati lungo la Statale 107 e la Provinciale 234.
Un’azione – si legge nella nota diramata dalla Questura di Cosenza – ritenuta necessaria al fine di accertare la legittimità di tale sistemi, di proprietà di società private che vengono date in noleggio ad Enti locali e per cui sono state rilevate delle difformità inerenti l’omologazione dei sistemi. La sicurezza stradale – sottolinea ancora la nota - risulta obbiettivo principale dell'attività della Polizia Stradale ma questo deve viaggiare di pari passo con la necessaria legittimità della strumentazione utilizzata».
Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza è quello di cui all'art. 640 del codice penale nei confronti del legale rappresentante della società appaltatrice. Il tutto è stato posto a disposizione dell'Autorità giudiziaria competente per le opportune valutazioni ed il seguito di competenza.
È una bella notizia per gli automobilisti che molto spesso vengono vessati dalle procedure di controllo messe in atto da questi sistemi di rilevamento della velocità senza nemmeno la possibilità di poter avanzare un contraddittorio. Non solo. Molto spesso strumenti come autovelox, scout speed o tutor, vengono installati scientificamente dagli enti locali per fare cassa. Addirittura in posti assurdi e con limiti di velocità imbarazzanti non facendo altro che pregiudicare ancora di più la sicurezza delle nostre strade.
Ci sono tre esempi emblematici su tutti che da qualche tempo stridono e che, probabilmente, andrebbero attenzionati anche dalla magistratura. Ci riferiamo all’accanimento al famigerato tutor lungo il vecchio tronco della statale 106 all’altezza di Cantinella-Apollinara, allo scout speed di Calopezzati e al “mucchio selvaggio” di autovelox e tutor che si estendono sempre lungo la statale 106 tra Villapiana a Rocca Imperiale.
Partiamo da un dato. Questi presidi non hanno diminuito gli incidenti, anche mortali, lungo le arterie su cui sono stati installati. Un esempio su tutti è proprio il tutor lungo la vecchia 106, installato dalla Provincia di Cosenza qualche mese fa nella periferia ovest del comune di Corigliano-Rossano, dove si continuano a verificare sinistri stradali, anche molto seri. È evidente che questi presidi non funzionano o comunque non restituiscono maggiore sicurezza alla viabilità. Viceversa continuano a rappresentare un ottimo strumento per gli enti di far cassa. Tant’è che proprio il comune di Roseto Capo Spulico qualche settimana fa ha installato un nuovo autovelox sul nuovo tratto della Statale 106 ammodernato. E che siano dei veri e propri raggiri per gli automobilisti a favore delle finanze pubbliche lo si evince non solo da come vengono posizionati gli strumenti di rilevamento (spesso te li trovi difronte senza preavviso) ma anche dai limiti di velocità che vengono imposti. Esempio: probabilmente la nuova centosei, nel tratto calabrese, è l’unica strada in Italia a 4 corsie (due per senso di marcia) ad avere imposto un limite massimo di velocità di 90km/h. Perché, se il codice della strada riporta che con questa tipologia di infrastrutture si può viaggiare ad un massimo di 110km/h? Il sospetto che ci siano delle manovre per indurre gli automobilisti in fallo c’è ed è concreto. Tra l’altro, sempre sulla SS106, questa volta nel tratto non ammodernato che attraversa sempre a nord di Sibari, il posizionamento a singhiozzo degli autovelox determina un incremento della pericolosità della strada. Lo dicono gli innumerevoli incidenti, anche mortali, che si verificano lungo quella arteria soprattutto a ridosso dei tratti controllati. A quel punto se proprio si vuole essere integerrimi bisognerebbe avere il coraggio di installare autovelox lungo tutto il tratto compreso tra Sibari a Roseto Capo Spulico.
Ecco perché l’azione avviata dalla magistratura con il supporto delle forze dell’ordine speriamo porti ad un controllo massiccio e diffuso di tutte le apparecchiature presenti sul territorio provinciale, con l’obiettivo di ripristinare la giustizia soprattutto a difesa di quelle persone che ogni giorno per esigenza sono costrette a viaggiare su strade pericolosissime che sono delle trappole mortali e che, molto spesso, i sistemi di rilevamento non fanno altro che peggiorarne la condizione.