Collaboratore di Giustizia condannato anche dalla Corte d'Appello
Accolte le richieste del Procuratore Generale e dell'Avvocato Francesco Nicoletti
CORIGLIANO-ROSSANO - La Corte d’Appello di Catanzaro, in totale accoglimento delle richieste dell’avvocato Francesco Nicoletti, procuratore speciale della ex moglie, parte civile costituita, di un collaboratore di giustizia, sessantenne rossanese, ha confermato la sentenza di condanna inflitta a quest’ultimo in primo grado dal Tribunale di Castrovillari in composizione collegiale.
L’uomo era imputato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla recidiva poiché, con reiterati atti di vessazione e di violenza sia fisica sia psicologica, maltrattava e offendeva la convivente accusandola di avere relazioni con altri uomini. In una occasione l’avrebbe inoltre minacciata di morte con un coltello, ripetendo le minacce anche dinanzi ai carabinieri intervenuti nell’immediatezza del fatto.
Nel corso del processo di primo grado, la donna durante la propria escussione aveva illustrato le condotte violente e aggressive tenute da parte dell’ex marito. In particolare, la vittima aveva riferito che l’imputato si era allontanato dalla casa coniugale essendo divenuto collaboratore di giustizia senza più dare notizie di sé per circa tredici anni, durante i quali la donna aveva chiesto ed ottenuto una sentenza di divorzio. Nell’anno 2019 l’uomo si era rifatto vivo con richiesta di rientrare nell’abitazione familiare, richiesta che veniva accolta dalla parte offesa al solo fine di recuperare il rapporto dell’uomo con i figli, soprattutto con il figlio minorenne che maggiormente aveva sofferto l’assenza del padre, e con l’espresso accordo che la disponibilità al rientro in casa era solo per tale motivazione e null’altro. Dopo una prima settimana di convivenza senza problemi, l’imputato avrebbe iniziato ad insultare l’ex moglie per poi passare alle violenze e alle aggressioni fisiche. In una occasione, mentre si trovavano a casa di un parente, l’uomo l’avrebbe colpita con schiaffi e pugni alla presenza di altre persone. Anche il figlio della coppia, escusso nel corso del processo, aveva confermato gli episodi riferiti dalla madre dichiarando, inoltre, di aver notato dei lividi sul corpo della donna e che la stessa aveva paura dell’ex marito.
All’esito dell’istruttoria dibattimentale il Tribunale di Castrovillari in composizione collegiale aveva ritenuto l’imputato colpevole del reato di maltrattamenti e gli aveva inferto una condanna alla pena di anni due di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno, da liquidarsi in separata sede, in favore della costituita parte civile. Sentenza che l’imputato aveva poi impugnato attraverso il proprio difensore.
Si è giunti quindi al processo di secondo grado dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro che, all’esito della camera di consiglio, in totale accoglimento delle richieste del Procuratore Generale e dell’avvocato Francesco Nicoletti, ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Castrovillari con condanna dell’imputato al pagamento delle ulteriori spese processuali.