Operazione White Collar: annullata la misura cautelare all'avvocato Cardile
La sesta sezione della Corte di Cassazione ha appena accolto il ricorso del difensore Ettore Zagarese
Operazione White Collar: annullata la misura cautelare all'avvocato Cardile
La sesta sezione della Corte di Cassazione ha appena accolto il ricorso del difensore Ettore Zagarese
CORIGLIANO ROSSANO - Prime notizie importanti dal filone salernitano dell'inchiesta White Collar, l'importante operazione condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Corigliano che la scorsa estate aveva coinvolto circa cinquanta fra professionisti ed imprenditori. La sesta sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Ettore Zagarese, difensore dell'avvocato Carlo Cardile, ha annullato l'ordinanza che confermava al medesimo la misura cautelare degli arresti domiciliari. A procedere in questo caso è la Procura della Repubblica di Salerno che ha giurisdizione dato che l'avvocato Cardile è giudice onorario del tribunale campano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l'inchiesta ha fatto emergere una presunta associazione a delinquere, ben strutturata e operante dal 2017, dedita all'illecita ingerenza nelle vendite giudiziarie immobiliari. Molteplici e gravi le ipotesi accusatorie che legherebbero elementi delle vecchie amministrazioni di Corigliano e Rossano, oggi comune unico, al mondo dell'edilizia e dell'imprenditoria professionale.
«Un passo importante nel ristabilire la verità e soprattutto nel riabilitare l'immagine del mio difeso». Queste le prime parole dell'avvocato Ettore Zagarese che attende che siano depositate le motivazioni integrali del provvedimento.
«Ho sempre ritenuto il provvedimento restrittivo applicato assolutamente non adeguato alla figura del mio cliente, stimato professionista e persona impegnata nel sociale, che non si sarebbe certamente sottratto qualora chiamato in causa».
IL FATTO - L'operazione White Collar condotta dal comando provinciale di Cosenza della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura di Castrovillari era partita il 27 luglio 2020. Quarantotto indagati, nove le persone in carcere, sette ai domiciliari. I reati contestati variavano dall'associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, alla corruzione in atti giudiziari ed alla rivelazione ed utilizzazione dei segreti d'ufficio. L'esecuzione dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari erano state emesse dal gip del Tribunale di Castrovillari, Carmen Maria Raffaella Ciarcia, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Luca Primicerio, sotto il coordinamento del procuratore facente funzioni, Simona Manera.
A finire sotto la lente degli inquirenti il mercato truccato delle aste giudiziarie di beni ricadenti nell'area di Corigliano Rossano attraverso il coinvolgimento di professionisti e dipendenti del Ministero della Giustizia in servizio nel distretto giudiziario di Castrovillari. Due anni di indagini per ricostruire un collaudato sistema che ha visto coinvolti imprenditori e dipendenti pubblici. Le presunte condotte illecite riguarderebbero un sistema di aggiudicazione di beni mobili e immobili attraverso la corresponsione di somme di denaro a quanti gestivano i meccanismi delle aste.