di MARTINA FORCINITI Fusione Corigliano – Rossano? Se parliamo ad esempio delle previsioni contenute nel
Piano strutturale associato (PSA) della Sibaritide, l’unione delle due realtà in sostanza è già avvenuta. Sta avvenendo. A prescindere da delibere e referendum. È, questo, il pensiero di
Raffaele Granata (foto), assessore ai lavori pubblici ed all’urbanistica di
Corigliano al quale abbiamo chiesto di illustrarci l’effettiva portata di uno strumento, attualmente in fase di pianificazione e che, una volta esecutivo – scandisce l’assessore – cambierà i connotati urbani del territorio. È e sarà rivoluzionario. Il PSA renderà in effetti omogenei - ci spiega – i piani regolatori dei comuni di
Rossano, Corigliano, Crosia, Cassano e Calopezzati. Ed è proprio per questo che Granata ne parla come di una rivoluzione territoriale e culturale. Le cinque amministrazioni coinvolte – prosegue - sono già pronte a programmare ed a progettare, in tanti incontri quanti serviranno a chiarirsi le idee su perequazioni, impatti ambientali e crediti edilizi. E, in fin dei conti, per quello sviluppo che poggerà sulle dimensioni immense di un'area da 549 km² non c’è davvero tempo da perdere. È questa – ammette – è senza alcun dubbio una fusione della quale dobbiamo prendere atto e che dovremo saper accompagnare. Sul progetto di fusione dei due comuni di Corigliano e Rossano invece è opportuno seguire tempi diversi e – spiega – più naturali. Il consiglio comunale ha manifestato l’esigenza, legittima e che in moltissimi condividiamo a Corigliano di approfondire la questione di portata epocale direttamente con la cittadinanza. Stessa cosa sarebbe opportuna anche a Rossano. Prima di arrivare all’atto dì’impulso e, quindi, al referendum è doveroso pretendere che le popolazioni siano adeguatamente informate. Perché – aggiunge – bisogna essere informati per decidere. Riflettere serve del resto alle stesse amministrazioni tanto quanto ai cittadini. Soprattutto quando a Corigliano va governata – continua Granata – la policentricità urbana. Noi dobbiamo ancora aggregare le tante zone e frazioni interne che, come è evidente a tutti, alimentano una grave dispersione nel nostro vastissimo territorio. Le polemiche su questa nostra legittima aspirazione? Sorgono ogni qualvolta si apre uno scenario nuovo – continua – ma se costruttive fanno anche bene all’individuazione di soluzioni largamente maggioritarie ed effettivamente rappresentative del corpo elettorale. Intanto – tiene a precisare l’assessore – il territorio si trasforma a prescindere da questo dibattito. Proprio grazie al Psa. In virtù del quale – dice – un tecnico piuttosto che un imprenditore potrà progettare e realizzare a Rossano allo stesso modo che a Corigliano o Crosia. È questo lo scenario nuovo. Perché nell’approvazione del Psa le regole saranno comuni e sarà tutto diverso rispetto a come funziona oggi. Soprattutto per i centri storici, i veri protagonisti del cambiamento. Per la prima volta – spiega Granata – questi verranno presi in considerazione da una seria programmazione territoriale che invoglierà i costruttori ad intervenirvi ed investirvi. Dopotutto, perché non sviluppare quello che già c'è, dando valore a ciò che spesso si considera, a torto, un’assenza o mancanza di qualcosa? La politica si affiancherà al lavoro dei tecnici. Sul piatto dello sviluppo ci sono dieci milioni di m² di aree rese urbanizzabili e 2,5 milioni di m² di nuove dotazioni. Proviamo ad immaginare le potenzialità connesse a questo strumento? Sono enormi. Peccato soltanto per qualche, chiamiamola così, disattenzione. Perché proprio quello che rappresenta l’unico portale marittimo commerciale e potenzialmente turistico della Sibaritide, per il momento, è fuori dai giochi del Psa. Tutti i comuni della Piana e della costa – chiosa Raffaele Granata – dovrebbero puntare sul Porto di Corigliano come leva strategica dell’intera area.
OSPEDALE NUOVO/MOBILITA' Nella rimodulazione dei fondi comunitari, al comune di Corigliano sono stati assegnati 6 milioni di euro per la strada che dovrà collegare il vecchio tratto della SS106 con la E90. Entro il 31 maggio dovremo presentare le schede di fattibilità con un progetto di massima. Ed entro il 31 dicembre i lavori dovranno essere appaltati, pena la revoca dei fondi. Dovremo mettere in campo non solo tanta buona volontà, ma anche professionalità e spirito di sacrificio. Perché la complessità non è tanto progettuale, ma piuttosto legata alla tempistica, perché fra procedure di esproprio dei terreni, prove geologiche e quant'altro, 6 mesi potrebbero non essere affatto sufficienti.