di MATTEO LAURIA Qualcuno ipotizza uno strano
scioglimento anticipato anche a
Corigliano, dopo
Cassano e
Rossano. Una tesi azzardata, almeno per il momento, se si guardano i numeri in consiglio comunale. Una crisi politica alle porte? Le condizioni ci sarebbero, ma la data delle elezioni è ancora lontana per sottrarre un potere di gestione all’attuale sindaco
Geraci. Il malcontento cresce in città e la conferma arriva dai primi segnali di insofferenza della popolazione una cui parte ha organizzato una manifestazione per il 9 dicembre prossimo a causa dei tributi elevati. Ma il malessere si tocca con mano anche in altri settori, a partire dall’inesistente rilancio dell’economia. Su tutto: il comparto agrumicolo, la filiera di eccellenza che distingue il centro ausonico. I produttori si lamentano, ma con chi? Chi sono gli interlocutori locali? Viene da chiedersi quanta responsabilità vi sia in una visione complessiva nel governo Geraci e quanta negli effetti prodotti dal governo Renzi o Oliverio? È il problema di sempre e si chiama scarica barile. Il dato certo è che la città vive uno stato di sofferenza cronica, anche prima della crisi di sistema. Eppure è un centro con personalità di “spicco” che hanno ricoperto cariche istituzionali di governo e di rappresentanza, ma al di là del finanziamento destinato ai soliti giurati fideisti non si è saputo andare. Politica di basso profilo. E il tornaconto è il risultato attuale. Crisi politica all’orizzonte? No. Fattori esterni che potrebbero influire su una ipotesi di scioglimento anticipato? Non è dato sapere. Il sospetto si acuisce quando ci si attrezza pensando già alle elezioni del 2018. È il caso del movimento “Liberi per cambiare” concepito da un gruppo di personalità di estrazione politica e sociale trasversale. Il portavoce è il noto imprenditore
Aldo Algieri, non certo uno sprovveduto né uno che si lancia senza una visione complessiva delle cose. Si organizza il movimento nel 2015 a tre anni dall’appuntamento elettorale. Un po’ presto direbbero attenti osservatori. E invece il movimento è già realtà e preannunzia una lotta politica spietata. “
Liberi per cambiare” è un’area che inizia a dar fastidio. Il Pd ha già chiarito che chi è intento a dare vita a movimenti civici paralleli al partito si può ritenere fuori. Il messaggio è chiaro ed è rivolto ai tanti militanti interni al neonato movimento, incluso per l’appunto Aldo Algieri, il quale sul punto ha inteso trincerarsi nel più assoluto silenzio. D’altronde è un’area destinata a crescere e che raccoglie molte personalità di rilievo nei vari settori della società civile. Ci sono anche ex amministratori. E non è da escludere l’ingresso di un consigliere comunale con ruoli extracomunali. Nel centrodestra invece c’è il solito
Giovanni Dima che ha avviato, da quel che trapela, una serie di relazioni al fine di far quadrare il cerchio nel “centrodestra“. L’elemento che stupisce è che ognuno dei soggetti in campo si muove con largo anticipo rispetto all’appuntamento elettorale.