Caro trasporti, Rifondazione Alto Jonio: «Una vergogna assoluta e scandalosa»
Per il movimento politico si tratta «dell'ennesimo schiaffo in faccia alle nuove generazioni che, già penalizzate per la necessità di cercare altrove una porticina per il loro futuro dignitoso, vengono punite la seconda volta a ogni festività»
TREBISACCE - Sul caro trasporti interviene il movimento politico "Rifondazione Alto Jonio" che così scrive in una nota stampa: «Al presepe dell'Alto Jonio ritorneranno tutti anche quest'anno: pastorelli, pecorelle, comete, angeli finanche i Re Magi dalla Palestina. Quasi tutti: perché sarà un'impresa tornare a casa, invece, per i tanti giovani che per studio o per lavoro sono costretti all'emigrazione forzata da Roma in su».
«Come il panettone sotto l'albero, o la giurgiulea della nonna a Natale, ecco che è ormai diventata una terribile tradizione l'aumento delle tariffe per chi viaggia in prossimità dei fatidici giorni rossi di fine anno: e sia che arrivi o che debba tornare indietro, al suo purgatorio di bisogno nell'Italia che non muore di problemi e di fame. Per magia aerei, treni e corse dei bus stravolgono il loro listino prezzi e per i nostri giovani c'è da sostenere un sacrificio a volte pure tre volte maggiore rispetto al consueto».
«Una vergogna assoluta e scandalosa. L'ennesimo schiaffo in faccia alle nuove generazioni che, già penalizzate per la necessità di cercare altrove una porticina per il loro futuro dignitoso, vengono punite la seconda volta a ogni festività. Per non dire delle scadenze elettorali: se in Calabria non si vota è anche perché nessuno considera la spesa che grava sulle spalle di chi il dovere di andare alle urne vorrebbe anche onorarlo. Ma non portando da solo la pesante croce che gli viene scaraventata addosso ogni volta, in modo strategico e cinico».
«Chiediamo attenzione e rispetto per i nostri giovani. Aerei e treni non possono rivoluzionare scientificamente i propri listini per far business a danno di chi lavora o studia lontano da casa. Già le nostre periferie calabresi sono mortificate dalla rete dei trasporti pubblici e letteralmente violentate dalle politiche affaristiche delle Aziende private su gomma che intascano soldi pubblici e nulla restituiscono come sollievo e agio a chi deve scegliere le loro corse perché, intanto, per favorire loro nei vari Palazzi tagliano per esempio sulla linea ferroviaria. Questa vergogna deve finire».
«Soprattutto bisogna salvaguardare i sacrifici dei giovani del comprensorio, già penalizzati nella loro permanenza lontana da casa. Troppe omertà e complicità danno corpo a questo scandalo di fine anno: una rapina in piena regola sotto gli occhi di tutti e a cui nessuno pone un argine serio. Tra il 2011 e il 2024 la Calabria ha visto andare via 81.000 giovani: lo dice il CNEL. Un esodo biblico drammatico di cui non interessa nulla agli affaristi criminali di Roma e a quelli nostrani. E neppure a certa politica che ha altre cose a cui pensare...»
«Chi è responsabile di quest'ennesimo crimine a danno del nostro futuro si vergogni. E chieda due volte perdono quando andrà a battersi il petto nelle proprie parrocchie» concludono.