«È stato un incontro interlocutorio. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Sicuramente però
abbiamo parlato a muso duro con il Governo facendogli capire quello che serve davvero alla Calabria per garantire finalmente il diritto alla salute a tutti i calabresi». È quanto ribadisce
il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, ai margini dell'incontro con il
presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ed il
ministro della Salute, Roberto Speranza, tenutosi oggi pomeriggio a Roma, al culmine della
manifestazione che ha portato una nutritissima delegazione di sindaci della nostra regione (oltre 200) a manifestare davanti a Palazzo Chigi per un
diritto alla salute che sia davvero e finalmente riconosciuto ai calabresi. La delegazione dei sindaci che ha interloquito con il massimo rappresentante del governo era composta dai primi cittadini
Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria),
Sergio Abramo (Catanzaro),
Flavio Stasi (Corigliano-Rossano),
Mario Occhiuto (Cosenza),
Maria Limardo (Vibo Valentia) e dal presidente facente funzioni di Anci Calabria,
Franco Candia (assente il sindaco di Crotone,
Vincenzo Voce). «
Innanzitutto abbiamo chiesto al Governo di avere un termine di transizione non remoto della fase commissariale - ha riferito Stasi presente nelle vesti non solo di primo cittadino della Città più grande del territorio cosentino ma anche quale presidente della conferenza dei sindaci provinciale - perché l'obiettivo è quello di chiudere al più presto la fallimentare esperienza dei Commissari». Questo è, di fatto,
un appello a rivedere il Decreto Calabria che nella bozza, prossima a passare al vaglio delle Camere,
prevede la durata della gestione commissariale della sanità per ulteriori tre anni. Non solo. «Per questa fase di transizione - ha aggiunto Stasi - abbiamo espressamente chiesto al Premier e al Ministro della Salute che v
enga nominato un manager della sanità e non persone che con questo ambiente hanno poco a che fare». Del resto l'ultimo biennio a guida Cotticelli ha dimostrato come, almeno in quanto a competenze manageriali, la sanità calabrese abbia fatto un triplo salto carpiato all'indietro. I sindaci, poi, hanno messo sul piatto anche la questione economica. «Abbiamo ricordato che in Calabria, nonostante 11 anni di commissariamento,
è maturato un passivo di quasi due miliardi di euro». Cifra che non corrisponde a quella che si trova sulla carte del Governo «a conoscenza di un debito di soli 160 milioni di euro» che sarebbe pronto a colmare con il Deceto Calabria. «Noi - ha ribadito ancora Stasi -
crediamo che il deficit sia di granlunga più profondo e se si vorrà risollevare le sorti della sanità in Calabria sarà necessario azzerarlo subito». Come? «Ora i soldi ci sono e non bisogna disperderli. S
i possono utilizzare tranquillamente sia i soldi per l'emergenza Covid che quelli del recovery fund». C'è stato tempo, infine, anche per parlare dei nuovi ospedali. «
Insieme al sindaco di Vibo Valentia ho chiesto espressamente a Conte e Speranza che sulla realizzazione dei nuovi ospedali calabresi venga utilizzato il "modello Genova" che superi la burocrazia e contribuisca a realizzare queste importanti strutture strategiche per la salute in tempi celeri e certi».
mar.lef.