Questo è il periodo dell'anno in cui il frutto per eccellenza sulle tavole dei calabresi è sua maestà la clementina: agrume tipicamente sibarita, la cui coltivazione è molto diffusa nelle pianure e valli di Cassano, Sibari, Corigliano, Rossano e Mirto. Un frutto così buono, così gustoso, così nutriente, tanto da essere considerato l'oro rosso della Sibaritide. Peculiarità tutta nostrana, ma che (ahinoi!) non sappiamo ancora valorizzare a livello nazionale e internazionale con una giusta quanto adeguata strategia di marketing. Parole come cooperazione, sinergia, strategia dovrebbero accompagnare tutto il processo di produzione e commercializzazione di questo frutto, ma non sempre, purtroppo, è così. Tra le tante carenze, ne registriamo una su tutte: molti produttori e commercianti, pur di guadagnare qualche "spicciolo", si accontentano di raccogliere le clementine ancora verdi per mandarle già a fine settembre o inizio ottobre sui mercati del Nord Italia o d'Europa. Una strategia sbagliata, che sta penalizzando oltremodo il mercato delle clementine perché il frutto arriva su quei mercati ancora acerbo, non di certo nel pieno della sua maturazione, quando la clementina raggiunge l'apice del suo massimo sapore e gusto. Insomma, decisamente una cattiva promozione di uno dei prodotti più buoni della nostra terra, visto che da quegli stessi mercati la richiesta è rallentata proprio a causa di queste scelte sbagliate. Le persone acquistano il prodotto acerbo, non piace e quindi si crea una pubblicità negativa. Ritorniamo a ripetere, come ogni anno, che servirebbe una strategia d'insieme e comune, con un vero consorzio che possa stabilire regole certe nel pieno rispetto, ovviamente, della libertà d'impresa di imprenditori e commercianti.