Gli imprenditori nel Presepe 2025: la Diocesi accoglie la statuina che racconta il lavoro di oggi
Confartigianato e Coldiretti consegnano a Mons. Aloise la nuova figura del Presepe: un omaggio ai mestieri contemporanei e ai valori di sicurezza, comunità e dignità del lavoro. L’opera è firmata dal maestro cartapestaio Claudio Riso
CORIGLIANO-ROSSANO – Un Presepe che non si limita a raccontare la Natività, ma che ogni anno prova a restituire un’immagine fedele della società, dei suoi mestieri, delle sue fatiche. È questo lo spirito con cui questa mattina, nella Curia vescovile di Rossano, Confartigianato e Coldiretti hanno consegnato a Mons. Maurizio Aloise la statuina del Presepe 2025: un’imprenditrice agricola e un imprenditore edile, simboli del lavoro che costruisce, nutre e tiene unita la comunità.
La cerimonia, sobria e partecipata, ha visto la presenza del responsabile comprensoriale di Confartigianato, Andrea Campana, di Cataldo Scalioti (Coldiretti area urbana Rossano) e di Vincenzo Gallo, presidente Coldiretti Corigliano. Un momento semplice, ma carico di significato: ancora una volta il Presepe diventa il ponte tra fede e quotidianità, tra spiritualità e impegno civile.
La tradizione presepiale italiana ha sempre raccolto nei suoi personaggi il mondo reale: artigiani, pastori, casalinghe, agricoltori. Ma da alcuni anni Confartigianato e Coldiretti hanno scelto di arricchire la scena con figure che parlano di presente, di lavoro contemporaneo, di responsabilità sociale.
La statuina di quest’anno raffigura due protagonisti del territorio: un’imprenditrice agricola, custode della terra e dei suoi frutti; un imprenditore edile, simbolo della costruzione e della sicurezza del lavoro.
Due figure complementari che incarnano non solo mestieri, ma valori: dignità, cura, senso di comunità. Un modo per ricordare che dietro l’economia reale ci sono persone, famiglie, storie.
La statuina è stata realizzata dal maestro cartapestaio leccese Claudio Riso, uno degli interpreti più raffinati della tradizione salentina. Nelle sue mani la cartapesta – materiale povero, ma capace di grande espressività – diventa racconto e memoria. Ogni dettaglio, ogni piega del volto, ogni gesto è un richiamo all’umanità dei mestieri, alla loro dimensione etica e sociale.
«Ogni anno cerchiamo un personaggio che parli al presente e al futuro» spiegano Confartigianato e Coldiretti. «La Natività è un luogo in cui la comunità intera si ritrova: anche attraverso il lavoro di oggi».
Il Presepe, dunque, non solo come simbolo religioso ma come occasione per ribadire l’importanza della sicurezza e della dignità del lavoro. Un tema che le associazioni promotrici considerano prioritario.
«Le imprese del territorio – ha dichiarato Campana – sono un presidio di competenze e solidarietà. Tradizione e innovazione convivono nel quotidiano di chi, ogni giorno, crea valore per la comunità».
Mons. Aloise ha espresso gratitudine per il dono, ricordando come «il Presepe sia un linguaggio universale che intreccia famiglia, lavoro e comunità. È un invito a riscoprire ciò che davvero ci tiene insieme».
L’iniziativa rientra nel progetto nazionale promosso da Confartigianato, Coldiretti e Fondazione Symbola per recuperare e valorizzare l’arte presepiale italiana, diffondere i saperi artigiani e avvicinare i giovani alle radici produttive del Paese.
La statuina del 2025 diventa così simbolo di un’Italia che lavora, crea, custodisce. Un’Italia che vede nel lavoro non soltanto un mezzo di sostentamento, ma un atto di partecipazione alla vita della comunità.
Un gesto semplice, quello di oggi, ma dal valore profondo: il Presepe continua a parlare al nostro tempo, ricordandoci che ogni mestiere è una storia, un volto, una speranza.