Caloveto partecipa all'evento su "Giustizia e Umanità", Mazza: «Coscienze libere per una società più libera»
Al centro del confronto la testimonianza di Luigi Bonaventura, ex soldato bambino oggi collaboratore di giustizia, la cui storia ha attraversato il silenzio degli studenti come un monito e un insegnamento
CALOVETO - «Investire sull’educazione civica non è un gesto formale, ma il primo atto di giustizia verso i nostri giovani. È lì, nella scuola, che si formano coscienze libere, capaci domani di scegliere la legalità, la dignità e il rispetto dell’altro».
È quanto ha ricordato il Sindaco Umberto Mazza intervenendo all’iniziativa Giustizia e Umanità - Liberi di scegliere, promossa dall’Associazione Biesse - Bene Sociale, tenutasi lo scorso venerdì (28 novembre) presso l’ITE Piria Ferraris Da Empoli di Reggio Calabria, in collegamento con l’Istituto Comprensivo Beato Bennardo di Cropalati, di cui fa parte anche il plesso scolastico di Caloveto, ribadendo che «la battaglia educativa è la più importante di tutte perché è lì che lo Stato dimostra davvero di credere nei propri cittadini, prima che nelle proprie leggi».
L’evento, istituzionalizzato dalla Regione Calabria, ha offerto agli studenti un’esperienza intensa e formativa. A intrecciare i fili di questa giornata sono stati la Presidente nazionale di Biesse, Bruna Siviglia, promotrice instancabile del progetto culturale regionale; la Dirigente scolastica dell’ITE Piria, Anna Rita Galletta; il Dirigente dell’IC Cropalati Giovanni Aiello, che comprende le scuole di Paludi e Caloveto; e Luigi Felicetti, docente referente dell’iniziativa.
Al centro del confronto la testimonianza di Luigi Bonaventura, ex soldato bambino oggi collaboratore di giustizia, la cui storia ha attraversato il silenzio degli studenti come un monito e un insegnamento. Sono intervenuti inoltre Giuseppe Borrelli, Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria, e in conclusione Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, padre del protocollo Liberi di Scegliere, che da anni restituisce futuro a giovani nati in contesti criminali.
«Incontri come questo - sottolinea il Primo cittadino - ricordano che un ragazzo non si salva da solo. Occorre una comunità che sappia accogliere, orientare e proteggere. La scuola fa la sua parte, la magistratura la sua, ma anche i piccoli Comuni, come Caloveto, devono essere presenti, vigili e responsabili».
La scuola di Caloveto, collegata in diretta insieme a quella di Cropalati, ha partecipato attivamente alla giornata, confermando l’importanza di far vivere ai ragazzi esperienze capaci di incidere nel profondo. La storia del giudice Di Bella, quella dei minori salvati dalla criminalità, la testimonianza di Bonaventura e la riflessione dei magistrati hanno restituito agli studenti il senso più vero del titolo dell’iniziativa: la libertà di scegliere è possibile, ma solo se qualcuno ci insegna a farlo.