Migranti morti mentre andavo a lavoro, per i sindacati «non si tratta di fatalità»
Tanti i messaggi di dolore e cordoglio che stanno giungendo in seguito al tragico incidente in cui hanno perso la vita 4 persone: «La sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta, non un principio astratto»

COSENZA - Quattro braccianti agricoli, tutti di nazionalità pakistana e residenti a Corigliano, hanno perso la vita nel drammatico incidente stradale avvenuto ieri pomeriggio sulla strada statale 598, in Basilicata, mentre rientravano da una giornata di lavoro nei campi.
Pubblichiamo di seguito i messaggi di dolore e cordoglio che stanno giungendo in seguito a questo tragico avvenimento.
La Fai Cisl di Cosenza: «Ancora una volta, la vita di lavoratori agricoli si spezza lungo le strade del ritorno, dopo ore di fatica e sacrificio. Dieci persone stipate in un’auto omologata per sette, costrette ogni giorno a percorrere oltre 170 chilometri per raggiungere il luogo di lavoro: questo è il volto concreto dello sfruttamento che come organizzazione sindacale denunciamo da anni. Non possiamo continuare a parlare di fatalità. Le cause di tragedie come questa sono nella mancanza di controlli, nella carenza di sicurezza e nella debolezza di un sistema che troppo spesso chiude gli occhi davanti alle condizioni in cui si trovano a operare tanti braccianti agricoli, italiani e stranieri».
«La sicurezza sul lavoro - aggiungono - deve essere una priorità assoluta, non un principio astratto. Servono ispezioni costanti da parte delle istituzioni preposte, un rafforzamento degli strumenti di prevenzione e un’azione concreta contro ogni forma di sfruttamento e caporalato. Nessun lavoratore dovrebbe rischiare la vita per guadagnarsi da vivere. Per questo, come Fai Cisl Cosenza riteniamo necessario avviare da subito la Cabina di Regia per il Lavoro Agricolo di Qualità, uno strumento fondamentale per coordinare istituzioni, parti sociali e forze dell’ordine, al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose, trasparenti e sicure in tutta la filiera agricola. In questa direzione si inserisce anche la campagna nazionale della nostra Federazione, “FAI di più… Sicurezza”, promossa per diffondere una vera cultura della prevenzione e sensibilizzare lavoratori, imprese e istituzioni sull’importanza di investire ogni giorno sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Continueremo a chiedere con forza che il lavoro agricolo venga rispettato e tutelato, in ogni sua forma, perché dietro ogni numero ci sono volti, storie e famiglie spezzate da un sistema che va profondamente cambiato».
Francesco Garofalo, presidente del Centro Studi Giorgio La Pira, di Cassano Jonio: «Su questa vicenda non può e non deve calare il sipario, ma al contrario, deve scuotere le coscienze sul tanto famigerato e odioso fenomeno del caporalato, per squarciare le tenebre del silenzio e dell'indifferenza. Una pratica che in un Paese civile non è più tollerabile e accettato. È in gioco, la tutela della dignità di ogni singola persona, al di là della nazione di appartenenza. Mi auguro che ci sia una forte presa di posizione del mondo sindacale in primis, delle istituzioni e delle associazioni che operano nel settore dell'agricoltura. Di certo, le persone decedute sono da ascrivere a quel stuolo di donne e uomini, in cerca di un sussidio per sopravvivere. Perché di questo si tratta».