Il nuovo PAI è un errore clamoroso: le ultime piogge a Co-Ro lo dimostrano
Stasi va all'assalto della Regione e dell'Autorità di Bacino: «Schiavonea e Sant’Angelo con le precipitazioni degli ultimi giorni dovevano essere sommerse. Basta approssimazione, servono interventi reali e fondi commissariali»

CORIGLIANO-ROSSANO – Alla fine è piovuto. Non quando aveva previsto il bollettino della Protezione Civile regionale ma nei giorni successivi. Due giorni pieni di acqua normale (non straordinaria) di quelle che si vedono in autunno. «Non siamo sott’acqua. Eppure secondo il nuovo PAI Schiavonea e Sant’Angelo oggi avrebbero dovuto essere Atlantide». Parte da questa constatazione l’affondo del sindaco Flavio Stasi contro Regione Calabria e Autorità di Bacino, accusate di aver approvato un piano idrogeologico «inesatto, dannoso e capace di bloccare l’intera economia di pianura con vincoli insensati».
È giusto fare un inciso: il PAI non si redige per affrontare casi estremi, straordinari (come l'alluvione del 2015 per intenderci) ma per fotografare la condizione strutturale di un territorio in regime ordinario. Come, appunto, le piogge autunnali di questi giorni. E le piogge di questi giorni, appunto, non hanno messo in evidenza criticità tali da giustificare vincoli enormi.
Il primo cittadino rivendica di essere stato tra i primi (leggi qui) a denunciare pubbicamente le criticità del nuovo Piano: «Il rischio idrogeologico esiste e va affrontato con serietà, non con l’approssimazione e la desertificazione. Servono opere vere e l’immediata messa a terra dei fondi commissariali, non documenti pieni di errori che puniscono i territori invece di difenderli».
Corigliano-Rossano ha infatti prodotto osservazioni tecniche che «smentiscono struttura, modello e dati utilizzati. Parliamo di un atto – aggiunge Stasi – che ha ottenuto il parere favorevole della mirabolante Giunta Occhiuto. E per mettere pezze su un disastro annunciato hanno persino chiesto in Regione l’applicazione di norme transitorie che, a quanto pare, non sono nemmeno effettivamente vigenti».
Poi l’affondo politico: «Dopo aver perso altri due mesi per elezioni ad personam, adesso la Giunta si metta a lavorare seriamente per rimediare ai danni che ha provocato. La nostra fragile economia non può restare ostaggio dell’incompetenza».
E il messaggio arriva fino a Roma: «È il momento – conclude Stasi – che il Governo metta mano all’organizzazione delle Autorità di Bacino. L’accentramento a Caserta, finora, ha prodotto soltanto ritardi e disastri gestionali. L’abbandono dei territori è l’anticamera dell’insicurezza: e noi non possiamo permettercelo».