Tra mare e terra, al via i laboratori per dare una nuova visione urbanistica al porto di Corigliano-Rossano
Se da un lato l'Autorità portuale è a lavoro per dare vita al nuovo Piano regolatore portuale, in città inizia a prendere forma una nuova idea che punta dritto verso la riconversione e il riuso della grande darsena jonica. Primo incontro venerdì 21 febbraio
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CORIGLIANO-ROSSANO - Tra mare e terra, inizieranno il prossimo venerdì 21 febbraio a partire dalle ore 17 i laboratori e gli incontri per dare vita alla nuova visione urbanistica attorno al porto. Una risposta rapida e immediata, allo “slancio in avanti” che nei giorni scorsi, proprio dalle pagine dell’Eco dello Jonio, aveva dato il presidente dell’Autorità portuale di Sistema di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, che si era detto pronto all’avvio della programmazione del nuovo Piano regolatore portuale per la grande darsena di Corigliano-Rossano (leggi qui la notizia).
L’iniziativa, promossa dal gruppo di lavoro dell’Università di Trento con il patrocinio del comune di Corigliano-Rossano, ha il primo obiettivo di candidare il progetto per il Padiglione italiano alla Biennale di Architettura di Venezia 2025. Stessa trafila che seguì l’idea progettuale per la redazione del Piano regolatore del porto di Corigliano, curata dal prof Matteo di Venosa nel 2006 e che vinse all’epoca il Premio di Architettura Portus alla Biennale di Venezia. E lo stesso Agostinelli avrebbe espresso volontà di affidare proprio a Di Venosa l'incarico per la redazione di uno studio sul PRP.
Un laboratorio di visione e proposte progettuali per una nuova relazione tra il porto di Corigliano-Rossano, il territorio, le economie e le comunità, in un percorso di attenzioni ecologiche e salvaguardia ambientale. Sarà questo il tema del primo laboratorio di venerdì prossimo, che si terrà nei locali del Centro di Eccellenza a Corigliano scalo, alla presenza di amministratori, stakeholders insieme a cittadini e associazioni.
Il gruppo di lavoro sarà coordinato dall’architetto Pino Scaglione, docente dell’Università di Trento – Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, e si collega – dicevamo - alle attività didattiche dell’Università di Trento, Meed Academy, Master MaDer, in collaborazione con gli architetti Gennario Gattuso, Annalisa Di Paola, Angelo Petrone e del designer Nicola Malagrinò.
«La proposta – ci anticipa il prof Scaglione - si fonda su tre elementi. Il primo elemento – spiega - riguarda la riconversione e il riuso del porto, in gran parte inutilizzato, per aprirlo alla città e a un turismo sostenibile, con servizi e attrazioni culturali. Immaginiamo l’ex dogana portuale come padiglione espositivo dedicato a “L’uomo e il mare”, con percorsi didattici, tecnologici, storici. Il secondo – aggiunge – prevede, invece, la realizzazione di un parco diffuso della biodiversità, a tutela dei sistemi torrentizi, costieri, rinaturalizzando aree degradate e preservando peculiarità ambientali, il reticolo fluviale. Il terzo e ultimo elemento, infine, prevede la riconnessione del paesaggio con la linea di costa, con interventi che riducano cesure e valorizzino il dialogo tra acqua e terra.»