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Sul porto è calato il silenzio di tutti... mentre a Crotone nel 2025 attraccheranno 31 navi da crociera

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CORIGLIANO-ROSSANO – Quest’anno saranno 31 le navi da crociera che attraccheranno nel porto di Crotone. Un dato considerevole se si tiene conto che questi numeri, dalle nostre parti, sono stati totalizzati – forzando il dato - sommando gli attracchi di tutta la “storia crocieristica” locale! In più, le programmazioni delle navi da crociera che viaggiano con cadenza biennale, ci dicono già che nel 2026 saranno circa 30 e nel 2027 circa 20. E allora ci siamo chiesti: quante saranno quelle che arriveranno nel porto di Corigliano-Rossano nel 2025? La risposta è zero.

Dopo il clamore e le battaglie sollevate nei mesi scorsi in difesa del porto, legate principalmente alla vicenda Baker Hughes, l’infrastruttura sembrava essere tornata al centro delle aspirazioni di tutti, soprattutto delle realtà produttive che lì avevano e hanno i loro interessi. Oggi, però, su quella infrastruttura è piombato l’ennesimo, ingombrante silenzio. Di tutte le grandi visioni non è rimasto che il vuoto, sopraggiunto dopo mesi di feroci dita puntate e di attacchi indiscriminati ora a destra, ora a sinistra.

Silenzio che colpisce anche uno dei settori che dal porto avrebbe potuto trarre grossi benefici, con enormi ricadute sull’intera sibaritide-pollino: il turismo. Turismo, promozione e creazione di una destinazione sono da sempre al centro delle grandi sfide del territorio che fatica però a fare rete e a progettare seriamente il suo futuro.

A darci la misura di quanto il territorio sia ancora indietro in materia di turismo e accoglienza, soprattutto nel settore crocieristico, è il tour operator Tonino Tedesco che ci ha aiutato ad interpretare i numeri in nostro possesso: «Bisogna innanzitutto dire che le navi che giungono nel porto di Crotone (le navi Vikings, ad esempio) hanno una stazza lorda di circa 54.300 tonnellate e possono ospitare a bordo dai 900 ai 1000 passeggeri, mentre da noi possono attraccare navi, come Costa Deliziosa, che hanno una stazza di 92.000 tonnellate che ospita 2826 passeggeri. Già questo distinguo può dirci molto sulle potenzialità del nostro porto che, godendo di un fondale profondo, può accogliere navi di gran lunga più grandi e prestigiose e di conseguenza un numero di turisti evidentemente maggiore».

«Lo scorso anno poi – ha sottolineato Tedesco - i tour ospitati sono stati 15 mentre quest’anno dei 17 previsti non ne ospiteremo nessuno. L’errore sta nel come ci presentiamo al resto del mondo. Ho visto regioni come la Puglia presentarsi in maniera impeccabile alle vetrine internazionali per le crociere che si tengono a Miami e Amburgo e in cui si presentano anche i porti. Noi avevamo eravamo lì con uno stand sulla Cipolla. Le tipicità sicuramente sono un nostro punto di forza ma non è così che si inseriscono nel racconto e non è così che ci si presenta al mondo, in questi casi bisognerebbe portare i territori. A noi manca la competenza».

Un altro dato da considerare è quello relativo alle rotte. «Purtroppo il nostro porto, a differenza di quello crotonese, è fuori rotta pertanto è necessario un richiamo forte che attiri le navi verso le nostre coste. A quel punto però bisognerà chiedersi se il territorio sarà in grado di rispondere e di gestire i flussi turistici. I turisti non dovranno trovare – come accaduto fino ad ora – il deserto. Le attrazioni dovranno essere aperte e facilmente accessibili. La mobilità dovrà essere garantita in maniera fluida e costante. ll territorio ha grosse potenzialità ed è capace di ospitare contemporaneamente i passeggeri di 5 navi da crociera ma dovrà creare una rete che funzioni».

Servono quindi professionisti che sappiano confezionare bene quanto abbiamo da offrire e una realtà istituzionale e imprenditoriale coesa, che abbia una visione definita e univoca della destinazione. Purtroppo, però, non sappiamo ancora chi siamo e come presentarci al resto del mondo, non abbiamo costruito una narrazione vera e convincente che tenga conto della storia e delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche, non abbiamo mai davvero fatto i conti con la vocazione di questa parte di Calabria. Emuliamo grossolanamente modelli che hanno funzionato altrove con la speranza che possano risultare vincenti anche da noi ma senza logica e senza progettualità di sorta. Basterebbe quindi mettersi ad un tavolo e discuterne seriamente, senza rincorrere le grandi questioni ma anticipandole.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.