Nuova Statale 106, il mistero del Commissario straordinario e l'ira dei sindacati
La segretaria generale della Uil Calabria chiama in causa Salvini. Intanto sul tratto della Sibari-Co-Ro pare che tutti stiano aspettando il passo falso di qualcuno per mollargli la patata bollente e trovare l'ennesimo capro espiatorio
CORIGLIANO-ROSSANO – Back to 2004. Sul progetto di ammodernamento della Statale 106, la Sibaritide rischia nuovamente di essere beffata, proprio come avvenne 20 anni fa, quando dopo un lungo processo di elaborazione progettuale tutto si perse perché ci fu poca determinazione da parte del territorio e con il passare del tempo – che come sempre è tiranno – i soldi dell’allora Legge Obiettivo vennero distratti e spostati sulle famigerate Quote Latte dei produttori del nord Italia. Insomma, un'opera strategica, promessa da anni, rischia di rimanere ancora incompiuta. Infatti, mentre sul tratto della Crotone-Catanzaro, si sono innescate le procedure d’appalto integrate, il tratto della Sibari-Coserie (Corigliano-Rossano) rimane bloccato nella sabbie mobili della burocrazia.
«È una situazione vergognosa!» scrive oggi Mariaelena Senese, Segretaria generale Uil Calabria. «La SS106 è un'arteria vitale per la nostra regione, ma anche un’opportunità unica per attrarre investimenti, migliorare l’accessibilità e potenziare il turismo nella Calabria. Parliamo di sicurezza, di mobilità, di sviluppo economico: tutto questo è compromesso da questi assurdi ritardi».
Senese, tra le righe della nota stampa, ha anche sottolineato la necessità urgente di nominare un Commissario Straordinario: «Senza la nomina di un nuovo Commissario Straordinario – sottolinea la Sindacalista - l’intero processo rischia di rimanere bloccato. Questa figura è indispensabile per coordinare efficacemente i lavori e garantire un’interlocuzione territoriale chiara e operativa. Il nuovo Commissario deve essere un professionista altamente qualificato, con un mandato preciso e, soprattutto con risorse adeguate, per imprimere una svolta decisiva nell’attuazione dell’opera».
Ma anche qui aleggia il mistero. Tutti parlano di un nuovo commissario straordinario per la Statale 106 ma, ad oggi, non c’è alcuna direttiva ufficiale sul cambio della figura governativa. L’incarico rimarrebbe in capo a Massimo Simonini, già massimo dirigente di Anas e poi licenziato dallo stesso Ente dopo il suo coinvolgimento nello scandalo dell’inchiesta su Verdini. Il fatto è che essere stato licenziato da Anas non significa automaticamente perdere il posto di Commissario. Probabilmente dovrebbe essere un'azione consequenziale ma non automatica. Servirebbe, insomma, l’intervento del Governo e quindi del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che però tarda ad arrivare.
«Proprio per questo – sottolinea ancora il massimo rappresentante della Uil - sollecitiamo il Ministro Salvini e il Governo ad affidare nel minor tempo possibile i lavori della 106 ad una nuova figura commissariale, che possa concentrarsi totalmente ed esclusivamente sul completamento di una strada importantissima per la nostra regione, che, purtroppo, ha già seminato troppe vittime e subito troppi ritardi. Il completamento della Strada Statale 106 non è solo un’opera infrastrutturale, ma un simbolo di equità territoriale e rilancio per il Mezzogiorno. Ritardarne ulteriormente la realizzazione significherebbe condannare la Calabria a un isolamento insostenibile, che l’Italia non può più permettersi».
Oltre al silenzio di Salvini e del Governo sulla vicenda della Statale 106, quello che preoccupa di più è la totale assenza sulla questione dei politici nostrani e della rappresentanza istituzionale del territorio. Nessuno in questi mesi e in queste settimane, successive alla chiusura della Conferenza dei Servizi decisori si è pronunciato sul futuro di questa arteria, tantomeno ha più notizia il territorio sugli sviluppi che il progetto della Sibari-Coserie sta avendo. Da quello che sappiamo è tutto fermo, e desolatamente immobile. Nessuno sta toccando palla, e appare sempre più evidente che tutti stiano aspettando il passo falso di qualcuno che mandi la palla in tribuna per terminare la partita, ritornare negli spogliatoi e trovare – ancora una volta – il capro espiatorio. Tanto il cliché è sempre lo stesso… da sempre.