Sulla Sila-Mare è calato un preoccupante silenzio: territorio nuovamente in fibrillazione
Dagli uffici regionali trapela che il tratto compreso tra Destro e Cropalati potrebbe aprire ad inizio del 2025, ma Madeo (Cisl) è preoccupato della condizione di degrado e abbandono in cui versa l'intera Valle del Trionto
LONGOBUCCO - La Valle del Trionto nuovamentesul piede di guerra per la situazione critica, di stallo che sta interessando nuovamente la strada Sila Mare. Negli ultimi mesi, il silenzio assordante intorno ai lavori di ricostruzione del tratto compreso tra il ponte Manco e Cropalati ha sollevato forti preoccupazioni tra i cittadini e le associazioni locali. A sollevare oggi la questione è Francesco Madeo, segretario territoriale della Cisl di Longobucco, ha espresso la sua inquietudine per i ritardi accumulati: «Non possiamo più consentire lungaggini per il completamento di una strada fondamentale. Se i lavori continuano a rallentare, rischiamo di vedere territori e paesi vuoti e abbandonati».
Fonti interne alla Regione Calabria, invece, fanno trapelare che la conclusione di tutti i lavori aggiuntivi potrebbe avvenire entro metà dicembre. Si ipotizza dunque che ad inizio anno prossimo la strada possa finalmente riaprire.
Ma la questione non si ferma qui. Anche con l’apertura dell’ultimo tratto a monte, resterà da affrontare il ripristino di un altro segmento cruciale, quello compreso tra il bivio del Destro e il bivio di Ortiano. Questo tratto è stato gravemente danneggiato dalla piena del fiume Trionto nel maggio 2023, che ha spazzato via uno dei viadotti, lasciando il territorio in uno stato di grande vulnerabilità. In questo caso i lavori sono in capo ad Anas che ha assicurato che l'opera sarà completata entro novembre 2025
Il progetto della Sila Mare, concepito all’inizio degli anni ’90, ha subito un’evoluzione travagliata, con i cantieri che sono stati avviati solo alla fine degli anni ’90 e il primo tratto inaugurato nel 2012. Da allora, i ritardi, i problemi di progettazione e gli errori eclatanti portati alla luce, come il crollo del viadotto Ortiano, hanno fatto crescere il malcontento tra la popolazione e soprattutto la paura che un'opera così dispendiosa (alla fine costerà quasi 150 milioni di euro) possa arrivare ad essere inutile ad un territorio che si sta spopolando ogni giorno di più e che sta perdendo tutte le sue migliori eccellenze produttive. Le stesse che, in mancanza di vie di comunicazione, ovviamente, preferiscono spostare i loro interessi a valle sullo Jonio oppure più a monte, nell'Altopiano silano.
In aggiunta, la situazione è ulteriormente complicata - come ricorda ancora Francesco Madeo - dalla mancanza di interventi per la pulizia del fiume, che senza un’adeguata manutenzione potrebbe causare gravi danni in caso di maltempo o alluvioni, come già accaduto in altre regioni italiane. «Siamo consapevoli - dice il sindacalista - dell’urgenza di un intervento tempestivo per evitare scenari disastrosi. La nostra comunità merita attenzione e investimenti per garantire un futuro sicuro».
La situazione sulla Sila Mare, insomma, rimane delicata, con i cittadini che seguono con ansia gli sviluppi di un progetto che, dopo decenni di promesse, sembra essere sempre più in bilico. È necessario che le istituzioni facciano la propria parte per garantire la sicurezza e la viabilità del territorio.