Dopo Baker Hughes «qual è il futuro per i giovani di questa terra?»
Il comitato Io Resto a Corigliano-Rossano ora vuole spiegazioni dalla politica. Vulcano: «È necessario interrogarsi non solo su come si sia arrivati a questo fallimento, ma anche su come si possa invertire la rotta»
CORIGLIANO-ROSSANO - Quale futuro si prospetta per i giovani di Corigliano-Rossano? Baker Hughes non sarebbe stata sicuramente la panacea ai mali atavici carichi di inconsapevolezza e preconcetti che si vivono alle latitudini della Calabria del nord-est, ma poteva rappresentare un punto di partenza per riscrivere la narrazione di un territorio con il reddito pro capite più basso della Calabria e quindi d'Europa e dove, paradossalmente, si produce quasi un terzo del PIL dell'intera regione. Sintomatico che qui, in quest'area, si vive in ricchezza (pochi) o in miseria (la stragrande maggioranza). Una nuova iniezione di occupazione dignitosa avrebbe potuto iniziare ad equilibrare la bilancia sociale. «L’aspetto più grave» di questa vicenda che, altro non è che la cartina di tornasole di una condizione più generale, non risiede nella colpa di un singolo attore, ma «nell’incapacità di creare le condizioni necessarie per attrarre e mantenere investimenti di grande calibro. Siamo stati capaci di “distruggere” una chance senza nemmeno arrivare al tavolo delle trattative, un fallimento che si riflette direttamente sulle prospettive dei giovani locali, sempre più emarginati e costretti a cercare lavoro altrove». E di questo ne è convinto Pietro Vulcano, che a nome del Comitato Io Resto a Corigliano-Rossano, torna a chiedere alle istituzioni di illustrare quali sono le prospettive che si hanno per far sì che i giovani «non scappino più».
«La fuga di Baker Hughes - dice Vulcano - evidenzia un problema sistemico che affligge l’intero Paese e che si acuisce nelle aree meridionali. La difficoltà di gestire grandi investimenti non è soltanto un problema economico, ma anche culturale, aggravato dall'invecchiamento demografico e dalla continua emorragia di giovani capaci. Questa migrazione non solo priva il territorio di competenze, ma genera un pericoloso scollamento tra politica e cittadini, innescando un circolo vizioso che condanna Corigliano-Rossano a un declino socioeconomico sempre più marcato».
Il trattamento riservato a una multinazionale del calibro di Baker Hughes – che nel 2023 ha registrato un fatturato globale di circa 25 miliardi di dollari– manda un messaggio devastante all’intero mondo imprenditoriale. «Quale futuro attende i giovani di Corigliano-Rossano, che vedono svanire opportunità di sviluppo proprio a causa di scelte politiche miopi? La mancanza di partecipazione politica dei giovani, spesso scoraggiati e disillusi, rischia di farli diventare le vittime silenziose di decisioni che peseranno sulla loro vita per decenni».
«È necessario - aggiunge - interrogarsi non solo su come si sia arrivati a questo fallimento, ma anche su come si possa invertire la rotta. La speranza è che Baker Hughes, nonostante il disastro iniziale, possa riconsiderare il proprio investimento. Tuttavia, affinché ciò accada, serve un netto cambiamento nel modo in cui il territorio gestisce le sue risorse e le sue opportunità. Solo una strategia politica lungimirante e unitaria potrà creare un ambiente attrattivo per futuri investitori e dare ai giovani di Corigliano-Rossano - conclude Vulcano - la speranza di un futuro migliore».