L'Europa abbassa il livello di protezione sui lupi: «Una decisione gravissima»
Il WWF lancia l'allarme: la decisione dell'UE di abbassare lo stato di protezione di questo animale da Rigorosamente Protetto a Protetto mette in pericolo il più importante predatore di cinghiali
CORIGLIANO-ROSSANO - Con una decisione che ha suscitato forti reazioni da parte di organizzazioni ambientaliste e comunità locali, la maggioranza qualificata degli Stati membri dell'UE ha recentemente approvato la proposta di declassare lo status di protezione del lupo da "rigorosamente protetto" a "protetto" nell'ambito della Convenzione di Berna. Questa presa di posizione, che è stata accolta positivamente da alcune associazioni del settore agricolo, ha sollevato timori tra coloro che vedono nel lupo non solo una specie da conservare, ma un simbolo identitario e un elemento cruciale dell'ecosistema. Su tutti il WWF che ha lanciato un appello fortissimo alle Istituzioni affinché rivedano il disciplinare di tutela.
Per il nord-est della Calabria, in particolare, il lupo rappresenta un elemento di identità culturale. Nella Sila, infatti, il re dei canidi è molto più di un animale: è una parte integrante della storia e della tradizione locale, ed è diventato un simbolo che i calabresi sono orgogliosi di preservare. Perché non solo è a capo della catena alimentare delle nostre montagne, salvaguardando le diverse specie animali della regione, ma anche l'emblema del patrimonio culturale calabrese.
Oltre al suo valore simbolico, inoltre, il lupo gioca un ruolo fondamentale nel controllo della popolazione di cinghiali, che oggi rappresentano una crescente preoccupazione per la Calabria ma soprattutto sono una crescente minaccia per le produzioni agricole. Con i cinghiali che hanno invaso e devastato buona parte del territorio, i lupi svolgono un compito essenziale nel mantenere in equilibrio la catena alimentare locale. Dunque, abbassare il livello di guardia sull'abbattimento (accidentale o voluto) dei lupi, potrebbe portare a un aumento incontrollato dei cinghiali, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per l'ecosistema e l'agricoltura locale.
Secondo il WWF Italia, in realtà, la scelta è un pericoloso precedente che potrebbe indebolire l’intero quadro normativo volto alla protezione della biodiversità nel continente.
Sebbene la proposta debba ancora affrontare una votazione finale, le sue implicazioni legali potrebbero avere portata ampia. L'indebolimento delle protezioni offerte dalla Convenzione di Berna potrebbe rendere più difficile la coesistenza tra esseri umani e grandi carnivori e minare gli sforzi per una gestione ecologicamente sostenibile della fauna selvatica.
Insomma, mentre l'adozione formale della proposta avverrà nella prossima riunione del Consiglio dell'UE e sarà successivamente presentata al Comitato permanente della Convenzione di Berna, le organizzazioni come il WWF Italia sono pronte a mobilitarsi per contrastare un cambiamento che vedono non solo come una minaccia alla biodiversità, ma come una negazione della scienza e della coesistenza pacifica tra uomo e natura.