Lotta alle dipendenze, Calabria verso l'adozione di un piano regionale
Straface: «Con l’istituzione dell’Osservatorio riusciremo a selezionare ed a mettere in atto le soluzioni migliori per prevenire e per intervenire su un fenomeno purtroppo diffuso, pervasivo e spesso dagli effetti invisibili»
CATANZARO – «Progetti di prevenzione dalle droghe rivolti prioritariamente ai giovani ed al mondo della Scuola; programmi di reinserimento socio-lavorativo per quanti sono stati o stanno uscendo da comunità terapeutiche; istituzione dell’Osservatorio regionale sul fenomeno delle dipendenze». Sono, queste, le tre principali linee strategiche e di intervento delle attività 2024-2026 previste nel Piano regionale sulle dipendenze i cui contenuti finali sono stati licenziati nel corso della riunione operativa svoltasi mercoledì 17 luglio nella Cittadella Regionale tra Pasqualina Straface, Presidente della Terza Commissione Sanità e Attività sociali e culturali e delegata sulla questione dal Presidente Occhiuto, il dirigente del dipartimento salute Francesco Lucia ed il gruppo di esperti che affiancano il dipartimento nelle attività di settore.
«Il Piano - si legge nella nota - sarà quindi adottato con decreto del dirigente del settore e poi attuato sui territori attraverso un’importante sinergia tra le cinque Aziende Sanitarie Provinciali (ASP), le comunità terapeutiche operanti in loco e i Servizi Dipendenze per le dipendenze patologiche (SerD)»
«Siamo riusciti a recuperare – spiega Pasqualina Straface – fondi ad hoc prevista da una legge sulla prevenzione delle tossicodipendenze del 1999 e rimasti bloccati dal 2011. Con l’istituzione, in particolare, dell’Osservatorio – continua la consigliera, ringraziando il Presidente Occhiuto per la fiducia – riusciremo a selezionare ed a mettere in atto, finalmente con maggiore puntualità e supportati da dati e da una mappatura adeguata, le soluzioni migliori per prevenire e per intervenire su un fenomeno purtroppo diffuso, pervasivo e dai tanti e diversi effetti e disagi sociali spesso invisibili, non percepiti e quindi privati di ogni necessaria assistenza. La cosa forse più importante – conclude la Straface – è che sarà possibile arrivare a questo risultato attraverso una collaborazione preziosa, forse senza precedenti nel settore, tra il servizio pubblico e quello privato sociale».