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Riapre la strada della Diga di Tarsia ma la grande Superstrada Cosenza-Sibari rimane un sogno

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TARSIA – Riaperta la strada della Diga di Tarsia. Oggi pomeriggio la cerimonia di inaugurazione di fine lavori che ha visto, fino ad oggi, il parziale adeguamento del tracciato stradale dei 9 km che separano il bivio di Tarsia con quello di Terranova da Sibari e la realizzazione di due nuove gallerie. Su questa strada, però, rimane ancora aperta e sanguinante, la piaga di una grandissima incompiuta (di cui nessuno più dai palazzi del Governo di Cosenza parla) che è il tratto dei viadotti e della galleria Cozzo Castello che bypassano l’impianto della stessa diga sul Lago di Tarsia che, di fatto, rappresenta uno degli ostacoli più pericolosi dell’intero tragitto. Su quest’opera gravita un contenzioso decennale che non si è riusciti ancora a venirne a capo.

Insomma, parlare oggi di nuovo collegamento stradale tra Cosenza e Sibari, è sicuramente un esercizio più che forzato dal momento che l’opera, i cui lavori sono partiti nel lontanissimo 2011, a conti fatti, non riduce i tempi di percorrenza tra il capoluogo e la Calabria del nord-est né rende più sicura la viabilità. Probabilmente la diversifica. Ancor più se si parla di collegamento con la Statale 106 Bis, le cui connessioni stradali tra le due arterie rimangono pericolosissime (l’attraversamento dei centri abitati di San Nico e Cantinella su tutti) e allucinanti (cieche curve a gomito al termine di lunghissimi rettilinei come quella che si trova in contrada Gabelluccia).

Nel frattempo, però, si tirano le somme e già oggi pomeriggio, la presidente della Provincia, Rosaria Succurro, che ha ereditato questa opera da ben tre suoi predecessori, nel tagliare il nastro della “fine lavori” ha rilasciato dichiarazioni chiare. «Una strada – ha detto - che ho seguito sin dall’atto del mio insediamento, dando un impulso e un’accelerata a dei lavori che andavano troppo a rilento e che vede oggi, finalmente, la conclusione dei lavori». «Si tratta – ha aggiunto - di una trasversale importante che collega la Città di Cosenza alla Città di Corigliano-Rossano, ragion per cui meritava tutta l’attenzione che come Provincia le abbiamo riservato; senza dimenticare tutte le esigenze del territorio provinciale al quale ci rivolgiamo sempre con sguardo attento, ma con priorità di intervento sulla base di un cronoprogramma che tiene costantemente conto delle urgenze e delle priorità tecniche e di sicurezza stradale».

Ciò che è evidente, secondo Rosaria Succurro, è che «la Provincia è un Ente virtuoso e soprattutto fattivo e l’apertura di tante strade è testimonianza che la riapertura di una strada importante come la Cosenza-Sibari non è un fatto sporadico, non è il primo e non sarà l’ultimo e grazie alla programmazione in atto i mesi a seguire vedranno l‘apertura di altre arterie stradali».

Che non sia tutto rose e fiori ma forse stiamo parlando solo della fine dell’inizio di un intervento ancora più grande articolato lo si evince proprio dalle note tecniche a corredo della nota della Provincia di Cosenza. I lavori hanno interessato i tratti della SP 197 compresi rispettivamente tra le seguenti chilometriche: dal Km. 0+00.00 (bivio di Terranova da Sibari) al Km. 1+320.00 (con l’apertura di una prima galleria Diga di tarsia di 138 metri); dal Km. 3+480.00 al Km. 5+160.00 con l’apertura di una seconda galleria (Serra Castello di 210 metri) e l’adeguamento della sede stradale; per un totale di circa 3 km. Costo totale di questi interventi: quasi 11 milioni di euro. Mancano all’appello, dicevamo, la galleria bypass con relativi viadotti di Cozzo Castello e i restanti sei chilometri di cui è composta l’intera arteria.

 

«Gli amministratori jonici dovrebbero quantomeno indignarsi!»

Ed è quello che oggi torna ad evidenziare il presidente del Comitato Magna Graecia, Domenico Mazza, che parla, concretamente, di un mezzo flop.

«Tredici anni fa – scrive Mazza in una nota al vetriolo - durante una conferenza stampa, venne presentata la nuova superstrada Cosenza-Sibari come una delle principali infrastrutture presenti nel piano delle grandi opere pensate dalla Provincia di Cosenza. L'asse stradale faceva parte di una pianificazione infrastrutturale di tutto rispetto: "Sibari-Sila", "strada di collegamento tra gli estinti comuni di Corigliano e Rossano (ex 106 lato monte)", "velocizzazione itinerario A2 svincolo di Castrovillari-centro Città"».

«La Cosenza-Sibari gemmò – ricorda ancora il presidente di Magna Graecia - come un articolato intervento, di parziale adeguamento e nuova opera in variante, del più complessivo disegno di percorrenza della valle del Crati». Il progetto, ricordiamo, prevedeva la congiunzione della SS106 radd. (Corigliano-Rossano, loc. Salice) con la SS107 (Cosenza, area ex Carrefour), con intersezione allo svincolo di Tarsia sull'A2. La nuova strada di categoria C1 (extraurbana secondaria), una volta ultimata, avrebbe raccordato in circa 40 minuti il Capoluogo, i Comuni della destra Crati e la piana di Sibari. «L'opera pubblica – incalza Domenico Mazza - almeno nella parte iniziale, avrebbe dovuto rappresentare una valida alternativa al tracciato autostradale. Da allora il progetto è stato più volte rimaneggiato e riproposto come un più modesto collegamento Tarsia-Cantinella. Del resto il centralismo che storicamente connota la provincia di Cosenza non è certo nuovo a queste cose. Credo, in tutta onestà, che pochi altri Enti in Italia siano riusciti a trasformare il concetto di trasversale in un più generico appellativo di rabberciata traversa. Da questo punto di vista le varie revisioni al ribasso di progetti come la Sibari-Sila e la Sila-Mare potrebbero fare scuola».

«Tuttavia, gli Amministratori jonici – scrive ancora Mazza nella nota - dovrebbero quanto meno indignarsi nell'apprendere che la parziale apertura del non ultimato secondo lotto funzionale (svincolo Terranova - diga del Crati), venga promosso come "Intervento realizzato per incrementare la sicurezza e collegare in maniera rapida i Comuni della valle del Crati con quelli dello Jonio cosentino". Vieppiù, con l'aggravante che il primo lotto funzionale (svincolo Tarsia A2 - diga del Crati), a distanza di oltre 13 anni dalla posa della prima pietra risulta parzialmente adeguato a categoria C1 e con un contenzioso che dal 2013 inibisce l'apertura della galleria "Cozzo Castello" e dei due viadotti di collegamento alla stessa. Forse, Popolazioni e Classi Dirigenti joniche dovrebbero porsi delle domande... Non fosse altro che per evitare di farci considerare alla strega di una tribù con l'anello al naso. Capisco che la politica sia fatta anche da parate e attimi di giubilo, tra l'altro, talvolta, neppure richiesti. Tuttavia – conclude Mazza - vendere come "lavoro finito" l'insufficiente imbastitura di un abito pensato e mai seriamente realizzato mi sembra troppo anche per un popolo, da sempre, trattato alla stregua di coloni».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.