Tanta fibra ma poca connessione: in Calabria il 16% della popolazione non si è mai connessa a internet!
Secondo uno studio di Eurostat condotto su 196 regioni dell’Ue, ben due delle prime dieci regioni con il più basso utilizzo di Internet si trovano in Italia. Sono la Calabria e la Sicilia
CORIGLIANO-ROSSANO – Tra qualche settimana partirà lo switch off delle prime centrali in rame in Calabria per favorire l’adozione delle nuove tecnologie in fibra ottica da parte di cittadini e imprese e per accelerare il processo di digitalizzazione. La dismissione – lo avevamo accennato venerdì scorso – interesserà 10 centrali distribuite su nove comuni, tra cui Corigliano-Rossano.
Ma c’è da chiedersi: a che punto siamo rispetto alla partecipazione piena ed inclusiva legata all’accesso ad internet degli abitanti della nostra area geografica?
Non vi sorprenderà, ma «secondo uno studio di Eurostat condotto su 196 regioni dell’Ue – riporta la community di Will Media – ben 18 di queste hanno registrato un calo nell’utilizzo giornaliero di Internet. Tra queste, emerge un dato sorprendente: ben due delle prime dieci regioni con il più basso utilizzo di Internet si trovano in Italia. Sono la Calabria e la Sicilia».
«La Calabria in particolare – spiegano – si posiziona al secondo posto tra le regioni con la più bassa percentuale di utilizzatori giornalieri di internet – prima in Italia –, con solamente il 68% della popolazione tra i 16 e i 74 anni che accede regolarmente alla rete e il 16,2% della popolazione che non ha mai usato internet».
Questo dato, che può apparire irrilevante rispetto ai bisogni primari di una data popolazione, è in realtà molto importante poiché dà la misura della strada che bisognerà percorrere per sfruttare appieno le opportunità connesse all’utilizzo della rete e avere accesso con facilità ad una moltitudine di servizi ormai divenuti completamente digitali.
«L’Italia e altri paesi europei – infatti – sono chiamati a grandi sfide nell’ambito della digitalizzazione e dell’accesso alle nuove tecnologie. Mentre molte aree registrano un aumento dell’utilizzo di internet, grazie a incrementi superiori del 10% in oltre 65 regioni, altre faticano a mantenere il passo.
Il divario che interessa regioni come la nostra può essere attribuito a diversi fattori tra cui «la mancanza di investimenti infrastrutturali nelle aree rurali, la limitata scelta tecnologica e i prezzi più alti legati alla connettività. Ostacoli amplificati dal fatto che molte di queste regioni ospitano una percentuale significativa di anziani, che potrebbero non avere le competenze digitali necessarie per sfruttare le risorse online».
Sui costi della connettività, però, godiamo di un primato e riguarda la rete mobile. Secondo Cable.co.uk 2023 l’Italia è il paese in cui 1GB di internet costa meno, solo 0,08€.
Ciò è stato possibile grazie all’apertura del mercato alla concorrenza. «Dal decreto liberalizzazioni del 2007 – osservano ancora –, con il quale si eliminarono i costi fissi per la ricarica, si inserì la possibilità di recedere più facilmente i contratti e di poter visionare tutte le voci che compongono il costo effettivo», tutelando così il consumatore.
Insomma, l’accesso ad Internet è diventato un vero e proprio diritto sociale poiché la connessione rappresenta una porta d'accesso verso nuove opportunità. La digitalizzazione investe gran parte delle attività che svolgiamo quotidianamente e lavorare affinché tutti possano godere del privilegio e dei servizi connessi alla rete è importante per rendere i cittadini parte del cambiamento e non vittime.