8 minuti fa:Cemento sulla pista di atletica del Brillia, Caputo (FdI) attacca il Comune: «Impianto stravolto»
3 ore fa:L'Augureddǝ, il piccolo Augure che si nascondeva tra gli ulivi
1 ora fa:A Roseto Capo Spulico la Cooperativa Coltiviamo Bambù inaugura il Criuso Coffe l’hub
2 ore fa:Campana e Bocchigliero tra i protagonisti dell'evento "Piccoli Comuni: la sfida del futuro" a Roma
39 minuti fa:Black Friday e rincari natalizi, Colamaria (UdiCon): «Serve più tutela per i consumatori»
4 ore fa:Raccolta sangue e plasma, la provincia di Cosenza è in sofferenza: «Dobbiamo donare di più»
2 ore fa:Per la rinascita di Longobucco: «L’ennesimo incarico esterno tra contraddizioni e scelte discutibili»
3 ore fa:Triplice fischio: tutto sul calcio da Corigliano-Rossano e dalla Sibaritide-Pollino
4 ore fa:Nasce “4½ – Ai margini del cinema”, il progetto che rimette al centro periferie, fragilità e talento
4 ore fa:Cassano Ionio, bar-tabacchi in fiamme nella notte: sospetto incendio doloso nel cuore della città

Nella Diocesi di Cassano Jonio la raccolta degli indumenti usati ha un senso

1 minuti di lettura

ORIOLO – Da anni, almeno da quando è stata introdotta la pratica della raccolta differenziata, nella Calabria del nord-est sono installati per le strade di città, paesi e borghi, dei cassonetti cubici, quasi sempre di colore beige, che molto spesso trovano dimora nelle isole ecologiche di prossimità. Quasi come se fossero un’appendice alla spazzatura! Sono i cassonetti per la raccolta di indumenti usati. Per un certo periodo hanno svolto la loro funzione, giusto il tempo che gli utenti capissero che quella raccolta probabilmente era inutile perché sovente pantaloni, maglioni e altri capi che venivano conferiti in questi contenitori finivano per strada. Nessuno ha mai capito la destinazione di quegli indumenti usati: se erano destinati al macero oppure a campagne di solidarietà o semplicemente servivano a foraggiare il business del riutilizzo dei tessuti. Un mistero, questo, al quale ha posto fine la Diocesi di Cassano Jonio che, attraverso il dinamismo del vescovo Francesco Savino e della Caritas diocesana, ha “adottato” questo strumento di raccolta rendendolo utile a sopperire i drammi della povertà.

Da qualche settimana, infatti, su tutto il territorio diocesano quei cassonetti dapprima beige sono diventati bianchi e con tanto di stemma vescovile impresso sopra sono diventati un presidio di vera solidarietà dove chiunque, rispettando delle regole chiare, in totale riservatezza, può donare i propri abiti usati che non utilizza più. Con una raccomandazione chiara: «che siano puliti e confezionati».

Tanti comuni hanno aderito all’iniziativa della Caritas diocesana e allo slogan “Chi dona un abito dona un sorriso” si stanno impegnando per sostenere quello che di fatto è uno dei servizi di sussidiarietà, solidarietà ed economia circolare più importanti. Perché insieme al cibo quello che spesso manca alle persone che vivono in povertà sono proprio i vestiti, che danno dignità e decoro.

Tra le realtà locali che con più entusiasmo hanno aderito all’appello del vescovo Savino c’è il Comune di Oriolo.

«Il nostro Comune – si legge nella nota dell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Simona Colotta - ha aderito ad un'iniziativa di solidarietà in collaborazione con la Caritas Diocesana di Cassano allo Ionio per la donazione di abiti usati a chi ne ha bisogno».

«Il vestiario donato – questa la raccomandazione - è meglio sia conferito in buste e si raccomanda che lo stesso sia pulito, in buono stato e direttamente usufruibile, nel rispetto della dignità di ogni persona».

«Ringraziamo anticipatamente – si conclude la nota dell’Esecutivo - tutti coloro che parteciperanno a questa iniziativa, rispettando le indicazioni date, all'insegna del senso di solidarietà e mutuo soccorso che da sempre contraddistingue la nostra Comunità».

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.