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Solo la Sibaritide può mettere le ali a Crotone… treni permettendo!

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CORIGLIANO-ROSSANO – C’è il rischio che quei 13 milioni di euro (in tre anni) che la Regione Calabria ha messo sul piatto per rilanciare l’aeroporto di Crotone con un volo quotidiano diretto su Roma Fiumicino possano risultare una spesa “commercialmente non vantaggiosa” se ristretta alla sola bolla d’utenza del crotonese. Infatti, pur essendo apprezzabile la direttiva del presidente Occhiuto nel voler dare nuova vita allo scalo pitagorico c’è un elemento che, probabilmente, continua a sfuggire alle alte sfere della Cittadella: non esiste una mobilità collaterale e di prossimità che gravita attorno a tutti gli hub di trasporto della regione Calabria.

Prendendo a riferimento proprio l’aeroporto di Sant’Anna, questa struttura potrebbe davvero decollare e far registrare numeri importanti solo se si riuscisse a metterla in connessione con la Sibaritide.

Facciamo dei calcoli brevi e veloci.

L’attuale vettore che si è aggiudicato la gara di Sacal per la rotta Crotone-Roma Fiumicino, la SkyAlps, copre il volo in 1 ora e 25 minuti. Se un cittadino della Calabria del nord-est volesse viaggiare su questa tratta, per arrivare in aeroporto via terra (in auto o peggio in autobus), prendendo come punto di partenza il centro baricentrico di Sibari, non impiegherebbe meno di due ore e mezza (questo senza considerare imprevisti lungo la dannata Statale 106). In aeroporto, si sa, si deve arrivare almeno 45 minuti prima dell’imbarco e una volta arrivati a Fiumicino per giungere al centro di Roma si impiegano altri 45 minuti. Insomma, l’utente X di Sibari per andare nella Capitale in aereo impiegherebbe, a conti fatti, 5 ore e 40 minuti circa. Un’ora in più di quanto impiegherebbe per arrivarci in auto!

Qual è, allora, il paradigma che potrebbe davvero cambiare le cose? Sfruttare per i collegamenti Sibari-Crotone il corridoio ferroviario jonico, che garantirebbe la connessione tra i due capolinea, con fermate intermedie a Corigliano, Rossano, Cariati e Cirò Marina, in appena un’ora e dieci minuti. Dalla stazione crotonese, quindi, a bordo di un bus si impiegherebbero altri 15 minuti per arrivare allo scalo aeroportuale. Questa sarebbe la soluzione ottimale che racchiuderebbe i tempi di viaggio in un contesto non solo più agevole ma anche più vantaggioso per l’utente.

Ecco il vuoto della proposta regionale che nel trovare le risorse affinché l’aeroporto di Crotone possa offrire un servizio importante nella continuità dei trasporti alla Calabria jonica, non ha pensato di creare un sistema di mobilità integrato che faccia interagire, appunto, i voli con il resto del territorio. Con il rischio che i vettori viaggino vuoti.

È il caso del Crotone-Milano (Bergamo), del Crotone-Bologna e del Crotone-Venezia, tutti e tre operati da Ryanair, che dopo i buoni riscontri avuti durante l’estate, pur essendo delle tratte che potrebbero avere un grandissimo riscontro nell’utenza jonica (non fosse altro per i tanti autoctoni che si muovono per lavoro, salute e affetti verso il settentrione), non sono a mercato e già da ottobre i voli saranno drasticamente ridotti. Semplicemente perché, il solito cittadino X di Sibari e dintorni, per raggiungere quelle mete, preferisce prendere l’aereo da Lamezia, o addirittura da Bari e Napoli, che sono più facilmente raggiungibili rispetto a Crotone. Paradossale ma vero. Eppure tra i due centri jonici ci sono appena 100 km di distanza!

Perché, allora, non potenziare la linea ferroviaria jonica con tratte speciali, i famosi train-shuttle, da e per l’aeroporto Sant’Anna in coincidenza con i voli nazionali? Perché non creare un contenitore di trasporti specificatamente brandizzato che porti l’aeroporto crotonese nella Sibaritide?

Non servono soldi o risorse ulteriori per fare questo, solo una buona organizzazione e la volontà vera di andare incontro alle esigenze dei cittadini. Tutti quei sedili vuoti potrebbero riempirsi con un minimo di lungimiranza.  

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.