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Per Trenitalia la Sibaritide è un vuoto a perdere… secco no anche al diretto Sibari-Paola

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CORIGLIANO-ROSSANO – Non solo costringono i pendolari a viaggiare a rallentatore anche sui treni veloci; non solo la Regione Calabria continua a sobbarcarsi il costo della tratta Frecciarossa Sibari-Paola (per circa 2 milioni di euro l’anno); non solo sfiduciano e fiaccano l’utenza alla cultura della mobilità ferroviaria; c’è anche il peso dell’umiliazione a gravare su tutto. «Allo stato attuale non ci sono le condizioni per il prolungamento di ulteriori servizi commerciali». È la risposta secca e serafica che il responsabile delle Relazioni istituzionali – Polo passeggeri di Trenitalia, Valeria Giovanna Venuto, ha dato al senatore Ernesto Rapani che, nei giorni scorsi, raccogliendo le istanze di cittadini e le giuste rivendicazioni dei pendolari aveva scritto alla stessa struttura operativa di Ferrovie dello Stato chiedendo l’attivazione di una linea diretta Sibari-Paola, andata e ritorno, così da collegare il versante nord-orientale all’asse dell’alta velocità che – come noto – viaggia interamente lungo la fascia tirrenica.

Trenitalia sostiene – a ragione – che la tratta Sibari-Paola è coperta già, quotidianamente, da ben 13 corse andata e ritorno. E non manca di sottolineare l’esigua capacità di spostamenti lungo la stessa tratta.

A questo punto, però, occorre aprire un ragionamento serio e molto più ampio e analitico, sia con Trenitalia che gestisce i vettori, con la Regione Calabria che, invece, stabilisce le tratte e anche con tutti gli attori istituzionali in campo.

Perché se è vero che i numeri danno ragione all’azienda dei trasporti ferroviari, di fondo però questi stessi numeri rimangono viziati da un difetto congenito che negli anni ha letteralmente sfiancato e demolito la cultura della mobilità ferroviaria lungo la Calabria Jonica e che nessuno considera, nonostante sia l’ipoteca più grande sulla qualità e sull’efficienza del servizio ferroviario.

I manager di Trenitalia dovrebbero sapere (e lo sanno) che non è assolutamente ammissibile nel 2023 percorrere 70km, quelli che dividono Sibari da Paola, impiegando fino a 2 ore 5 minuti (così come riportano le tabelle orarie).

È del tutto inammissibile che i famosi 13 regionali (perlopiù carrette postbelliche), di cui parla la dirigente di Trenitalia nella sua risposta al senatore Rapani, devono prima arrivare a Cosenza e da lì, poi, muoversi per Paola. È del tutto incomprensibile che i regionali da e per Sibari non conoscano come sia fatta la variante di Montalto Uffugo, quella che consentirebbe il passaggio diretto lungo la galleria della Crocetta e quindi a Paola.

Ecco perché anche il più fesso tra i passeggeri a queste condizioni sceglie sempre meno di muoversi con i treni, preferendo l’autobus che continua a fare la voce da leone nel territorio della Calabria nord-orientale. Altro che carenza di utenza!

Se si mettessero i cittadini della Sibaritide-Pollino a pari condizioni di tutti gli altri utenti - che per percorrere 70 km in treno impiegano mediamente 50 minuti - probabilmente la dicotomia che si evidenzia oggi tra il territorio jonico e quello tirrenico non esisterebbe più. Ma soprattutto si abbatterebbe per sempre la cultura della cara, vecchia corriera che su gomma e a passo lento continua a far muovere questo grande territorio, con la complicità di tutti… di politica e istituzioni in primis.

Apriamo il dibattito a riguardo, si confrontino le istituzioni regionali sui problemi reali della mobilità ferroviaria jonica. Ne verrebbe fuori una realtà tutt’altro che in perdita rispetto a quella “certificata” da Trenitalia. Per la quale la Sibaritide continua a rimanere un vuoto a perdere per i treni e un eldorado per le compagnie di autolinee.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.