Tanti euro buttati nel cestino: ecco lo sperpero del treno navetta Sibari-Crotone
Ormai i ritardi da e per il Frecciarossa Sibari-Roma-Bolzano sono cronici. I pendolari accusano quotidianamente disservizi. L’ultimo sabato sera con oltre 50 persone rimaste di notte nella stazione di Sibari senza coincidenze né servizi sostitutivi
CORIGLIANO-ROSSANO – La storia del Frecciarossa Sibari-Roma-Bolzano inizia ad assumere contorni raccapriccianti e sgradevoli. Il treno veloce “conquistato” dalla Sibaritide tre anni or sono e che tiene connesso il territorio della Calabria del nord-est con il resto del Paese in tempi più o meno europei, è diventato l’incubo peggiore per i pendolari. Soprattutto per quanti utilizzano la Freccia scegliendo l’opzione in coincidenza a bordo dei treni-navetta, che sono quasi sempre in ritardo facendo perdere la concomitanza con il convoglio o – mistero - svaniscono nel nulla quando il vettore veloce arriva a Sibari. Ormai è una denuncia costante quella dei pendolari che lamentano una situazione paradossale quanto surreale, tra l’altro economicamente non indolore per le casse pubbliche.
Per effetto di un accordo, stipulato nell’aprile 2021 tra l’Autorità regionale dei trasporti della Calabria e Trenitalia, la Regione Calabria, al fine di “agevolare” l’utilizzo del Frecciarossa (ex Frecciargento) Sibari-Roma-Bolzano, ha istituito un servizio treno-navetta da e per Sibari. Una coppia di treni che avrebbe dovuto trasportare i pendolari della Freccia al mattino, da Crotone fino alla stazione della Piana consentendogli di approdare sul convoglio interregionale, e alla sera, sulla tratta inversa. Avrebbe, perché molto spesso questo treno-navetta arriva in ritardo facendo perdere la coincidenza al mattino, oppure alla sera parte in orario (perché in Italia l’importante è che i treni partano in orario!) senza attendere l’arrivo della Freccia in stazione, creando ovviamente quei disagi enormi di cui sono piene le pagine della cronaca regionale e locale.
L’ultimo di questi disagi si è verificato lo scorso sabato sera. Quando il Frecciarossa FR8519 è arrivato nella stazione di Sibari con 38 minuti di ritardo (alle 23:09). A quell’ora il regionale REG12979 delle 22:41 era già partito – vuoto – da Sibari e anche il bus sostitutivo fuori dalla stazione aveva preso la strada verso Crotone. Ad attendere in stazione quei 50 pendolari, che avrebbero dovuto proseguire verso Sud usufruendo dei servizi di Trenitalia, non c’era nessuno. E tutte quelle persone sono rimaste ferme nello spiazzale di Sibari fino a tarda notte cercando di capire come tornare a casa. Assurdo!
Il problema di fondo, però, non sono solo i disagi che subiscono i pendolari. Ma gli effetti devastanti che gli stessi potrebbero generare nel prossimo futuro. Sono in tantissimi, infatti, a decidere di non utilizzare più la Freccia per spostarsi da e per la Calabria jonica, soprattutto quelli che vivono nei territori della bassa sibaritide e del crotonese, proprio a causa di tutti questi disservizi. Tale scenario comporterebbe, in prima battuta, che il treno veloce, per viaggiare, dovrà essere sovvenzionato con soldi della Regione e poi, lentamente, finirebbe per essere cancellato del tutto dalla tabella oraria perché non più sostenibile. Un classico al quale le popolazioni di questo territorio sono stati abituati nel corso degli ultimi decenni.
Il rammarico, però, è che questa catena di disagi e disservizi che si continuano a perpetrare ogni giorno ha già un costo salatissimo per le casse della Regione. Dal momento che, un esempio su tutti, la coppia di treni regionali il REG5646 e REG12979 costa 400mila euro l’anno che ArtCal sborsa a favore di Trenitalia per farla viaggiare sostanzialmente a vuoto lungo la linea jonica. Non solo. Anche lo stesso servizio sostitutivo bus è presumibile abbia un costo di convenzione. Soldi, dunque, che vengono buttati nel cestino senza una effettiva utilità.
Non sarebbe opportuno rimodulare le coincidenze e gli orari evitando di fiaccare la fiducia dei pendolari?