Le flotte di tutta Europa dicono "no" alle politiche comunitarie: 6 e 7 maggio sirene spiegate in segno di protesta
Una manifestazione che coinvolgerà anche le flotte calabresi e in cui lanceranno un messaggio forte alle istituzioni Ue. L'intero comparto ittico respinge con determinazione i provvedimenti messi in atto dall'attuale commissario Sinkevicius
CALABRIA – Una mobilitazione civile, con manifestazioni di protesta, dell’intero comparto ittico è prevista per sabato 6 e domenica 7 maggio. In occasione della Festa d’Europa (9 maggio), l'intera flotta europea ha deciso di dire no alle iniziative assunte dal commissario Sinkevicius per le attività di pesca. Le navi ormeggiate nei porti dell'UE, Mare del Nord, Atlantico e Mediterraneo, suoneranno le loro sirene. I suoni, che verranno registrati e caricati sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing, saranno trasmessi alla Commissione europea il 9 maggio.
Secondo quanto riportato da Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell’Unci Agroalimentare, le misure messe in campo dall’Europa hanno prodotto «l'ingiustificata chiusura di 87 zone di pesca e il pregiudiziale divieto di utilizzo delle reti a strascico. Un vero e proprio attentato contro centinaia di migliaia di lavoratori ed imprese dell'Europa, che l'Unci Agroalimentare è pronta a respingere con fermezza, insieme a tutte le sigle del settore».
Provvedimenti che rischiano di mettere in ginocchio l’intera categoria che, come afferma il presidente, «è sempre disponibile a conciliare le proprie istanze ed aspettative, con quelle dell'intera comunità, consapevole che la fauna, la flora, il paesaggio ed i fondali marini sono risorse di tutti, da preservare e rigenerare, con altri metodi e sistemi, già adottati, che si sono dimostrati più efficaci e compatibili con le stesse attività di pesca»
Infatti, «nonostante gli sforzi messi in campo negli scorsi mesi - prosegue il dirigente -, per aprire un dialogo ed un confronto proficuo con i vertici istituzionali dell'Unione, sul futuro della filiera ittica e sull'ammodernamento delle attività, in una logica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, che punti alla salvaguardia delle risorse del mare, della diversità biologica e degli equilibri ecologici, tutelando il lavoro e le prospettive degli operatori, oltre che dei territori interessati dalle attività di pesca, l'unica risposta giunta dalla Commisione europea è stata una politica di veti irrazionali e lesivi degli interessi legittimi del comparto».
«Un grave atto arbitrario» lo definiscono, che tutti i lavoratori respingeranno sensibilizzando l’opinione pubblica attraverso questa grande mobilitazione comunitaria in cui lanceranno un messaggio forte al commissario Ue, Sinkevicius, e alle istituzioni.
«Non possono ignorare – conclude - i delicati ed importanti problemi posti sul tavolo dai lavoratori, dalle imprese e dalle associazioni sindacali e di categoria della pesca e delle attività connesse alla filiera ittica e all'economia del mare».