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A Pantano niente più spiaggia: è stata fagocitata dal mare. La paura dei residenti

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CROSIA – C’era una volta la spiaggia. In contrada Pantano, a Crosia, il mare si è letteralmente mangiato il litorale. E così, chi ha le seconde case per trascorrere la stagione estiva in questa zona o chi ha deciso di vivere lì tutto l’anno, gode certamente di un’ottima vista mare ma non di uno spazio accettabile in cui posizionare un telo, una sedia o semplicemente far giocare i bambini. Senza volerlo, tolti pochi metri di strada dissestata e a tratti inagibile, si trova a picco sul mare.

L’erosione costiera da anni continua a colpire pesantemente quel tratto e, sempre da anni, i cittadini fanno presente la situazione di disagio che, ad oggi, è diventata intollerabile.

Uno dei nostri lettori ha inoltrato alla redazione del giornale la mail che, tra indignazione mista a speranza, ha inviato al presidente della Regione e al sindaco di Crosia. Chi ci ha scritto vive in una città del Piemonte ma ogni estate sceglie di trascorrere le sue vacanze nella casa di proprietà a Pantano Martucci. È da tempo che vede degenerare la situazione e adesso è praticamente con il mare dentro casa.

«Ogni volta - racconta - ci viene promesso che faranno dei lavori e che adotteranno i sistemi più idonei per arginare il mare e fare in modo di salvare la spiaggia e le case. Con il mare e con l’acqua in generale non si scherza. Non bisogna aspettare la tragedia per piangersi addosso, dichiarare che forse si poteva evitare la calamità e prendere provvedimenti quando ormai il danno è fatto».

«Eppure – incalza ancora il proprietario di una delle tante case in località Pantano ormai rimaste senza spiaggia – si dice che c’è già la ditta appaltatrice dei lavori e ci sarebbero anche i soldi. Cosa stiamo aspettando allora»?

Lo abbiamo chiesto al sindaco di Crosia, Antonio Russo. «La situazione a Pantano richiede un intervento immediato. Purtroppo però – chiarisce subito il primo cittadino – il Comune non può fare nulla. Il demanio è di competenza della Regione e noi non possiamo fare altro che sollecitare. L'Amministrazione comunale ha avviato uno storico progetto di ripascimento del tratto costiero. Il progetto c'è - spiega Russo -  è stato finanziato e ora spetta alla Regione inquadrare l'iter e dare avvio ai lavori».

Però i cittadini in generale e a maggior ragione i proprietari delle case in quella zona meritano delle risposte…

«La Regione ha garantito la messa in sicurezza pressoché immediata di quel tratto costiero per procedere poi ai lavori veri e propri dopo la stagione».

Beh, l’estate è arrivata, quindi si dovrebbe intervenire praticamente ora per tamponare, intanto, la situazione

«Quello che può fare l’amministrazione comunale è sollecitare, ma nulla di più».

Riguardo ai lavori definitivi, quelli che dovrebbero assicurare agli utenti una porzione di spiaggia che possa essere definita tale, è al corrente di quali soluzioni verranno attuate?

«Credo verranno messe delle apposite barriere per evitare l’avanzamento dell’erosione».

Per l’intervento a Centofontane è stato diverso però, Crosia ha avuto carta bianca

«Si, in quel caso la Regione aveva stanziato i soldi ma il progetto era del Comune. L’amministrazione si è potuta muovere in prima persona e ha potuto occuparsi pienamente dei lavori. Per Pantano invece l’intero iter è gestito dall’ente regionale».

Intanto però, tra l’impotenza del Comune e l’attesa che la Regione inizi effettivamente i lavori per risanare questo tratto di costa, le case sono sempre più vicine all’acqua e chi vuole andare in spiaggia, pur avendo l’abitazione fronte mare, è costretto ad andare dall’altra parte per l’assenza di arenile.

Mai come in questo caso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Anzi, la sicurezza dei cittadini.

Valentina Beli
Autore: Valentina Beli

“Fare il giornalista è sempre meglio che lavorare” diceva con ironia Luigi Barzini. E in effetti aveva ragione. Per chi fa questo mestiere il giornalismo non è un lavoro: è un’esigenza, una passione. Giornalista professionista dal 2011, ho avuto l’opportunità di scrivere per diversi quotidiani e di misurarmi con uno strumento affascinante come la radio. Ora si è presentata l’occasione di raccontare le cronache e le storie di un territorio che da qualche anno mi ha accolta facendomi sentire come a casa. Ed io sono entusiasta di poterlo fare