Crollo della Sila-Mare, il tempo di chiusura della strada potrebbe essere lungo e indefinito
I paesi dell’entroterra della Sila Greca attivano il monitoraggio civico contro il rischio isolamento ed il definitivo spopolamento dei comuni. Appello quasi disperato del sindaco Pirillo: «Governo vari un Decreto Longobucco»
LONGOBUCCO – Basta un niente per precipitare dalle stelle alle stalle. Dacché i centri dell’entroterra della Sila Greca erano già proiettati ad un’estate che avrebbe sancito lo storico superamento di quel profondo gap infrastrutturale che per decenni li ha isolati dalla costa, grazie all’apertura dell’ultimo tratto a monte della Sila-Mare; oggi quella prospettiva, dopo il crollo del viadotto “Ortiano 2”, è totalmente ribaltata. Rabbia e sconforto campeggiano nella popolazione montana di Longobucco che da questo ennesimo “incidente di percorso” ne esce, ancora una volta, iper-penalizzata.
Trascorsi i tre giorni di “lutto istituzionale” e le “grida isteriche” di qualche pseudo politico giunto al capezzale del viadotto morente, urlando allo scandalo (!), resta la solitudine di un territorio che ora dovrà rimboccarsi le maniche, più di prima, per rivendicare i propri diritti. Come se già non bastassero le lotte per rivendicare il diritto alla salute (che non c’è), il diritto all’istruzione (che è sempre in bilico), il diritto alla sicurezza e alla giustizia (che da anni è una chimera). Ora ritorna, forte e prioritaria, la lotta per non rimanere isolati. Perché, rimanere lontani dal resto della civiltà ancora per lungo tempo, potrebbe significare il definitivo spopolamento e quindi la morte dei centri dell’entroterra.
E di speranze che quella strada, che rappresenta il cordone ombelicale con il resto del mondo, venga riaperta nel breve tempo, non ce ne sono. Il rischio che la Sila-Mare possa subire una chiusura sine die è concreto dal momento che prima di ritornare a mettere mani a quell’opera bisognerà effettuare tutte le perizie necessarie a capire se quell’incidente di mercoledì scorso è stato un caso o un problema strutturale che possa interessare più parti del tracciato. Nel frattempo Longobucco ritornerà a viaggiare sulle strade antiche, tra curva, buche ed esposte al pericolo costante delle frane.
Ecco perché dalla Sila Greca oggi si alza un grido di dolore che è quello che, sinteticamente, ieri sera ha lanciato il sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo, dalla partecipata assemblea di cittadini tenutasi nel Museo degli Antichi mestieri: «Ora c’è bisogno dell’aiuto di tutti!». Un appello a superare divergenze e puntare all’obiettivo condiviso anche dal collega di Bocchigliero, Alfonso Benvenuto, intervenuto all’iniziativa.
«A breve – ha ricordato ancora il Sindaco di Longobucco - verrà celebrato un Consiglio comunale per l’approvazione di un deliberato per chiedere un Decreto Longobucco che sarà inviato alla Premier Meloni e al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini». La speranza, infatti, è che la strada venga ultimata in tempi brevi e che tutte le opere di riassetto e messa in sicurezza del tracciato vengano finanziate dal governo centrale.