Cari politici “solerti” e “apprensivi”, sta venendo giù una montagna: ve lo diciamo da 5 anni!
Che il crollo del viadotto della Sila-Mare diventi monito per tutte le altre possibili tragedie in bilico sulle teste dei calabresi. Onde evitare i facili isterismi del populismo si intervenga subito. A Pantasima (Co-Ro) situazione allarmante
CORIGLIANO-ROSSANO – Era il settembre 2018 quando l’allora direttore dell’Eco dello Jonio, Serafino Caruso, dalle pagine del nostro web journal lanciava l’allarme sulla grande frana di Pantasima. Un blocco di centinaia di migliaia di metricubi di terreno pronto a staccarsi e a piombare sui tetti del popoloso quartiere di Acqua di Vale a Rossano centro storico. Sono trascorsi 5 anni e – pagliette a parte – quella frana, lentamente, senza fare rumore, continua a scendere.
Noi in questo lustro siamo ritornati più volte sull’argomento, siamo andati più volte sul posto a verificare i vetrini di rilevamento applicati sulle infrastrutture che sostengono la collina, constatando, segnalando e denunciando che quella frana è in costante movimento. Tutti zitti. Nessuno si muove.
Se dovesse venire giù quel blocco di terra i danni potrebbero essere irreparabili, drammatici e con conseguenze inimmaginabili. Lungo quel costone di roccia in movimento transita una strada provinciale (l’unica che collega l’area a valle di Rossano con numerose contrade dell’entroterra). Ancora. Sotto l’immensa frana c’è una chiesa e una canonica dove vive un parroco, don Franco Romano, che ogni sera, prima di andare a letto – ci ha raccontato – passa davanti al Santissimo e nell’ultima preghiera della giornata affida sempre quella frana al Signore. Più di tutti, però, c’è una comunità di almeno 500 persone che vive all’ombra di quella massa informe e immensa.
E quindi, che si fa? Aspettiamo che si verifichi la tragedia per poi registrare l’ennesima sequela di interventi, di ammonizioni, di pianti o – peggio – isterie populiste?
Quanto avvenuto lungo la Sila-Mare sia da monito alle Istituzioni, innanzitutto, affinché intervengano ora e subito sulle tante emergenze che gravitano sulla testa dei calabresi. E sia da esortazione alla politica, soprattutto a quella che preferisce la popolarità e i riflettori della demagogia, affinché produca atti e sollecitazioni vere, concrete. Senza attendere che l’ennesima tragedia si trasformi in un bel palco da campagna elettorale.